lunedì 2 marzo 2015

"Hai iniziato una guerra psicologica che non puoi vincere"

Ci sono molti tipi di guerre.
Ci sono quelle che si combattono sul campo, alla testa di un esercito o dalle retrovie.
Ci sono le guerre di potere, fra i merletti delle corti d'ogni epoca.
Ci sono le guerre fredde, non dichiarate ma la cui tensione è palpabile nell'aria.
Ci sono le guerre psicologiche, fra due o più persone.

Certamente ci sono mille altri tipi di guerre che una persona possa iniziare verso una o più altre persone.
Anche qui si può distinguere chi entra in guerra solo se è certo della vittoria, chi entra in guerra per un ideale, indifferentemente da quale sia l'esito, chi è costretto a scendere in campo, chi scappa dalla guerra e chi induce l'altro a scendere in guerra.

Chi ti dice, mio caro amico, che io non possa vincere questa guerra?
Tu sostieni che io non sia sufficientemente donna da cominciare e terminare questa guerra psicologica e pensi io sia destinato alla sconfitta, se proseguirò in tale cimento.

Sai, riesco ad immaginare me e  mio fratello, in piedi ai margini di una trincea mentre scrutiamo l'orizzonte. Abbiamo divise differenti, perché apparteniamo a differenti fronti ma chi ci sta davanti è un terzo fronte verso cui dirigiamo volentieri i comuni sforzi.

Tu non sai, mio caro amico, quanto aiuto possa darmi il fratello che porto con me.
Ma se anche con esso, secondo te, dovrei perdere, dimmi allora, cos'avrò mai da perdere, oltre al tempo? Come se il tempo fosse davvero un problema, come se davvero lo impegheremmo in altre occupazioni.

No, mio caro amico.

Non abbiamo nulla da perdere a giocare questa partita. Non abbiamo certamente puntato tutto su questa mano e dovresti essertene reso conto.
Su una cosa forse hai ragione: non potrei reggere lo stress di aver iniziato una guerra al punto da riuscire a portarla a termine: dopo tanto tempo, ne uscirei stremato.

Perché allora mi vedi così saldamente tranquillo, così rilassato sull'esito, quale che sia di questa vicenda?

Come ti ho detto, oh raro e sincero amico, che ogni cosa hai osservato fin dal principio, questa guerra non l'ho iniziata io e di certo non è stato mio fratello ad iniziarla.
Noi abbiamo solo sentito il brivido della sfida ed abbiamo acconsentito.

Se non lotti davvero per vincere, forse tutto sommato non t'importa di perdere ed alla fine sappiamo tutti che questa è la chiave per vincere una guerra di questo stampo.

A te la mossa. Chi può dire quanto tempo avrai prima che il destino la faccia al posto tuo?

20 commenti:

  1. A volte ci troviamo nel bel mezzo di una battaglia senza quasi sapere come ci siamo finiti, a quel punto tanto vale puntare alla vittoria

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A volte sì, è così.
      In questo caso specifico, so bene cosa abbia portato a ciò e, più che puntare alla vittoria, punto alla sua resa per sfinimento u_u

      So attendere.

      Sembra che sia un assedio di cui nessuno ha davvero capito chi sia l'assediato.

      Elimina
  2. In certe guerre entrambe le parti escono sconfitte.

    RispondiElimina
  3. A volte in alcune guerre il vincitore è chi propone la tregua, quando si capisce che in caso contrario, la guerra non finirà mai e logorerà entrambe le parti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Chiedere una tregua implica far ammettere all'altra parte che sia in corso una guerra.

      La regola fondamentale di una guerra psicologica è fingere che non ci sia alcuna guerra.

      Elimina
  4. guerra
    una brutta parola per ciò che ci rimanda, anche se a me viene in mente anche una dose senza limite di passione...

    RispondiElimina
  5. Oddio, io sono tipo che deve agire, quindi o agisco e vinco, o agisco e perdo. Ma aspettare la resa per sfinimento non è da me... al massimo sfinisco agendo XD

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A ognuno la propria tattica. E con ognuno la giusta tattica.
      Agira, in questo caso, sarebbe fare il suo gioco e non è questo il mio scopo. Preferisco si giochi secondo le mie regole.

      Elimina
  6. Ognuno ha le sue regole, in guerra.
    Non credo esista un sistema infallibile per vincerle.
    Ogni guerra é diversa.

    Ci sono guerre, peró, che possono essere vinte, ed altre che restano senza vincitori.
    Rendersi conto di quale delle due si sia trattando, aiuta a gestire meglio le battaglie ;-)


    RispondiElimina
    Risposte
    1. verissimo, condivido.
      Aggiungo solo una cosa: se una guerra la puoi e la vuoi vincere, devi metterci tutto te stesso.

      un abbraccio

      Elimina
    2. Conosci te stesso e conosci il tuo nemico.
      Sun Tzu era molto charo in merito.

      Io non so se posso vincere questa guerra o se sia destinata a rimanere senza vincitori o se addirittura posso perdere (c'è davvero qualcosa da perdere in questa contesa?) ma so che vale la pena giocare secondo le regole o infrangerle.

      Vale sempre la pena provare a mettersi in gioco e vedere dove si possa arrivare.

      Elimina
    3. Se sei in ballo devi ballare.
      Se é una guerra potenzialmente senza vincitori, molla la presa.
      Se hai una questione di principio che ciononostante ti preme, portala a termine.

      Quello quello che farei.

      Che sto facendo io.

      Che faccio sempre, in veritá...

      Elimina
    4. Spiegarti qui ed ora tutta la situazione sarebbe davvero lungo ed impegnativo, perché vorrebbe dire spiegarti me stesso e le mie sfaccettature ed al contempo spiegarti le sfaccettature dell'altra parte nella contesa.

      Sono in ballo? Sì, dal momento in cui ho deciso di ballare ad inizio dicembre.

      Potrebbero non esserci vincitori? Sì, certo. Potremmo perdere entrambi (o vincere entrambi, a quel punto non c'è comunque un vincitore).

      Non è una questione di principio. E' una scelta e ne vale la pena.

      Io ho sempre seguito i segni che il mondo mi ha voluto offrire. Solo in questo caso ho trasgredito e, nonostante tutto il mondo che m icirconda (consapevole e non) mi dicesse di mollare e di rinunciare, io mi sono messo in gioco, ho cominciato a ballare ed ora sono qui.

      E' qualcosa che ho dovuto fare.
      Ho VOLUTO fare, nonostante sapessi essere la cosa sbagliata da fare.

      Ora vediamo perché era sbagliata e vediamo dove mi porta.

      Elimina
    5. Se avessi mollato tutte le volte che mi hanno detto che non ce la potevo fare...

      Le cose non sempre sono giuste.
      E se hai sentito di fare cosí, hai fatto bene a continuare.
      Magari ti porta a qualcosa di buono, che ne sai ;-)

      Elimina
    6. Ciò che mi ha convinto a prendere questa direzione mi ha detto fin dal principio come stavano le cose:
      E' un errore, ma è un errore che devi fare. E' necessario, anche se non per te.

      Elimina
  7. La guerra la vince chi sa cosa perdere, facendo credere all'altro di averla vinta. Quando l'altro abita dentro di noi, poi, diventa ancora più gudurioso...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La guerra non è dentro di me. Io sono per una volta alleato a me stesso per vincere una guerra esterna.
      La fazione avversaria è una persona fisica esterna a noi.
      Per questo possiamo vincere.

      Elimina
    2. Vedi.. quello dentro t'ha già fregato.. ;)

      Elimina