martedì 28 febbraio 2012

Esistono solo 2 modi di parlare con un pazzo
1) non ascoltarlo
2) impazzire con esso

giovedì 23 febbraio 2012

-Perché non puoi fidarti di me?
-Perché sono in una situazione di instabilità...
-Tu sei instabile ed io sono da diffidare?
-Immagina che io sia sull'orlo di un burrone... Se ci cado dentro ho un crollo... Dietro di me ci sono molte persone: tutte quelle della mia vita... C'è chi mi sta più vicino e chi mi sta più lontano... Chi è vicino può aiutarmi... Ma è anche la stessa persona che ha più facilità a farmi cadere...
-Non vorrei mai farti cadere...
-Allora, quando un altro ti spingerà contro di me ed io cadrò, potrai dire "ops"...

giovedì 16 febbraio 2012

caos nel bar del porto

Quando le voci si moltiplicano, ecco: è allora che non sai più a chi si debba credere... Chi è nel giusto e chi mente...

Uno è il cervello, la ragione... Ne sono certo... è fredda e distaccata. Parla secondo logica. Non fa una piega.

Una voce deve essere la coscienza: è così forte e sovrasta le altre, pur parlando sciocchezze degne di un invasato...

Poi c'è certamente il cuore... così timido ed emotivo... eppure così penetrante...

Poi le altre... altre decine di voci che non so neppure cosa mi dicano... tante si scontrano.. alcune muoiono... altre si rafforzano...

Eppure in questo marsma di voci, non riesco a capire alcunché...

venerdì 10 febbraio 2012

Ululati nella notte...

Taci... Non riesco a concentrarmi se urli così, ti pare?
E dire che era una città così silenziosa... Si sentivano soltanto gli uccelli svolazzare e cinguettare... Il ruzzare degli infanti ed il brusio delle persone...
Certo, qualche motore... Ma ora non si sente altro che questo...

Un ululato possente, che farebbe tremare qualsiasi creatura dovesse riconoscerlo...

Non si tratta di un animale, oh no...

Non è una macchina creata dall'uomo, certo che no...

E' il vento... Ma non un vento qualsiasi... E' l'impetuoso vento che spazza via ogni cosa sul suo cammino. Avanza come un carro armato, ma con la rapidità del giaguaro, portando con sé qualsiasi cosa incontri.

Oltre 120 km/h di raffiche che sibilano fra i palazzi e nelle vie e nelle corti... Un concerto di grida e lamenti ma nessuno è in città...

Nessuno esce con questo vento... Nessuno, salvo chi vi è costretto e prega per non volar via, lontano...

Bizzarro notare come io non possa volare via, benché io sia forse il solo che potrei abbracciare con gioia il muso della raffica più forte, per poter arrivare così, lì dove non sapevo se sarei arrivato con le mie sole forze: da qualche parte al di là dell'arcobaleno, dove tutto è differente...

Anche se, devo ammetterlo, mi mancherebbero le raffiche ed i concerti della città, quando il vento decide per noi direzioni e destinazioni...