lunedì 31 marzo 2014

Casa, casa, casa...era a casa che volevo andare...

Forse è solo una mia impressione ma sembra stia passando sempre più tempo fra un mio post e l'altro.
Potrei trovare decine di differenti motivazioni e/o spiegazioni per giustificare quensta mia scostanza ma sarebbero soltanto delle "menzogne verosimili" e nulla più.
La verità?
Ho tanto da scrivere, centinaia di pensieri che mi vorticano della mente ogni giorno, dalle prime luci del mattino e mi riprometto sempre di trascriverle la sera.
Alla sera, però, arrivo sempre stanco alla mia dimora. Stanco fisicamente e nello spirito, per le giornate che scorrono troppo in fretta e mai abbastanza rapidamente al tempo stesso.
Arrivo a casa e cerco solo di svuotare la mente, annullandola o trasferendola fra le pagine di qualche mondo lontano e fantastico.

Oggi perché sono qui? Chissà... Forse perché la giornata è stata clemente. Forse perché sono proiettato nel clima vacanziero della settimana che mi accoglie. Forse perché se non lo facessi, continuerei a pensarci per tutta la settimana, che dovrò dedicare al relax.

La valigia è pronta, credo. Ho sempre paura che manchi qualcosa. Il passaporto l'ho preso, di questo sono sicuro.
Le mura della mia casa non sembrano particolarmente in ansia per la mia partenza. Sanno che tornerò. Torno sempre da loro, non hanno dubbi in merito ed io nemmeno ne nutro.

Passo queste ultime ore, prima della partenza, dedicandomi a rendere un luogo migliore la mia casa, così da trovarla ordinata quando dovessi farvi ritorno.

"Nessun posto è bello come casa mia."

-cit.-

Sembra ci sia così tanto ancora da fare e così poco tempo per fare ogni cosa...ed allo stesso tempo sembra che i secondi si siano fermati, rifiutandosi di scorrere. Casa mia è un luogo strano, dove Chronos ha deciso che i paradossi sono possibili ed obbligatori. Non posso che ringraziarlo per questo, ovviamente.

"Spalanca i cancelli del tempo"

-cit.-

" Ho sovvertito l'ordine del tempo...ho messo sottosopra il mondo intero e tutto questo l'ho fatto per te"

-cit.-

C'è ancora così tanto da fare. 
Avrei così tanto da dire.

Ma non è questo il momento. Ora è tempo di fare ciò che la situazione richiede e proseguire nella nostra opera di restauro domestico.

Ho letto per caso una frase di Alfredo Accatino. Sarà appropriata, per quando tornerò qui...

"Ogni casa ha il suo odore inconfondibile. Qualcosa che ti eccita e ti spaventa. Come quando torni a casa dalle vacanze e rimani sul ballatoio, con la porta aperta e le valigie a terra. Indeciso se profanare quella strana penombra."


Buona settimana a tutti. Il mio treno aspetta.

martedì 18 marzo 2014

Proviamo a mettere ordine...

Questo sarà un post bizzarro.
Cercherò di rendere ordinata la narrazione di un sogno e non so se avrò successo...

[SOGNO MODE: ON]

Per qualche arcana ragione, le avevo mandato un invito ad uscire. Me lo chiedo e la sola risposta che nasca alla mia mente è "per carnevale". Non molto sensato, come del resto è ancora meno sensato che lei abbia accettato tale invito.
La sto aspettando in piazza. Il tempo è uggioso, potrei quasi dire che ci sia nebbia, sebbene sia rara dalle mie parti.
Eccola.
Si blocca appena mi vede. Non è in maschera. Nemmeno io, in effetti.
Un attimo di perplessità, di imbarazzo. Sarebbe strano il contrario. Mi saluta, la saluto.
Poche chiacchiere su dove andare. Non decidiamo ed iniziamo a camminare, parlando del più e del meno.
Conduce lei la conversazione e mi parla dei suoi studi, delle sue difficoltà a capire le cose pratiche, sebbene la teoria le riesca perfettamente (o era il contrario, non ricordo). Devia tutte le mie domande volte a capire come stia. Le basta un mezzo sorriso che dice "non sono domande da farsi" e poi riprende a parlare di tutt'altro.
Saliamo di quota, verso l'ospedale.
Io sono molto disorientato e sbaglio strada mentre lei prosegue. Provo a scavalcare una ringhiera ma senza successo. Faccio il giro e la raggiungo.
Durante tutto il sogno, sono disorientato, confuso e continuo a dimenticare cose in giro.
Arriviamo ad una casa. La casa di una signora che non c'è quasi mai. Non so perché io abbia le chiavi, ma apro la porta senza difficoltà.
Continuo a pensare che non dovrei essere in quella casa perché la padrona potrebbe rientrare da un momento all'altro. Mentre chiacchieriamo continuo a cercare il maglione ed il cappotto che metto, tolgo e perdo da qualche parte in quel piccolo appartamento a due piani.
La mia regina mi scrive. Forse dovrei parlarle di lei. Lo farò più tardi, ora non ascolterebbe, troppo presa com'era dal raccontarmi altre sue cose mangiando patatine trovate qua e là.
Non saprò mai se io sia uscito o meno da quella casa o se io abbia finalmente trovato maglione e cappotto perché mi son svegliato alla fine...sempre con la sensazione che quella casa non era la mia e non ci sarei dovuto stare.

[SOGNO MODE: OFF]

Un sogno strano, che la mia testa confusa dall'emicrania non ha saputo interpretare, se non come una nuova carica da parte dell'inconscio, per ricordarmi che alcune cose non potrò mai perdonarmele, anche se fingerò di dimenticarle.

sabato 15 marzo 2014

Perplessità...

Era un po' che latitavamo da questi spazi male illuminati, sebbene ne avessimo una forte voglia.
Purtroppo il tempo non ci ha permesso diversamente ed anche oggi il tempo che ci stiamo scavando potrebbe venir dedicato ad altre cose, forse più importanti.
Però siamo perplessi, non potrebbe essere diversamente.
Parlo solo io, per semplicità, mentre mio fratello maggiore prepara la cena per entrambi.

Da cosa siamo perplessi?
Ma suvvia, non ci sono certamente sfuggiti i "commenti anonimi" che si sono stampati casualmente sotto alcuni dei nostri manifesti.

Sono commenti elaborati, di una certa importanza, di una certa profondità e si potrebbe dire di una certa "intimità"...

Chi li scrive, certamente crede di conoscerci bene.

Ho scritto "crede"? Oh... Beh, intendevo proprio ciò che ho scritto...

Certo, la frase " hai un dono stupendo come stupenda è la persona che sei" poteva essere sarcastica, dal momento che è un dono ed una maledizione al tempo stesso, così com'è una maledizione essere noi, il più delle volte. Solo chi non ci conosca davvero può asserirre che noi siamo una "persona stupenda".
Alla stessa maniera poteva essere sarcastica la frase successiva, poiché chi ci conosce sa quanto dolore portiamo alle persone che ci circondano.

E poi... "la via giusta"... Tu non credi davvero che sia così, sarebbe assurdo crederlo, lo sai.
Certo i nostri sogni so realizzano, sempre. Ma ciò non significa che la via che seguiamo sia quella giusta, anche e soprattutto perché, quando i sogni si realizzano, si smette di sognare e quando si smette di sognare, si comincia a fare incubi.

A volte veder realizzati i propri desideri è il primo passo per verder il proprio mondo crollare su se stesso, come un castello di carte, sospinto dal vento.

Non puoi davvero credere di conoscerci veramente, senza sapere quante scelte passate lui ancora rimpianga. (lui soltanto, io mi occupo di tirarlo su di morale)