lunedì 6 gennaio 2014

Ricorda...

Te lo ricordi ancora, fratello?
Ricordi il sogno che hai fatto alcune notti addietro?
No, certo che no, come potresti?
I sogni sono viaggi che facciamo in cui il nostro spirito si separa dal corpo ed esplora mondi lontani e vicini al tempo stesso. Esploriamo realtà parallele, mondi in cui ciò che è risulta diverso da come lo ricordiamo eppure è esattamente come dovrebbe essere.

Quando ci svegliamo, è come se l'elastico d'argento che ci lega al nostro corpo si tendesse di colpo e ci fiondasse nella materialità da cui eravamo fuggiti. Per lo shock, spesso non ricordiamo nulla dei nostri sogni, così come, spesso non ricordi i nostri incontri ed i nostri dialoghi. Rimangono solo sensazioni, echi, profumi... Nulla di tangibile...

Ti rinfrescherò la memoria, in fondo sono io il regista dei tuoi sogni, lo sai.
Eri seduto su una panchina posta ad un angolo fra due vie, in un luogo dove, se tu la andassi a cercare, non troveresti alcuna panchina. Ed eri fermo su quella panchina. Hai visto passare molte persone. Cittadini comuni, cittadini altolocati, un barbone chiede l'elemosina all'angolo opposto con un cartello che ieri aveva un suo collega.

Un gruppo di uomini corre fuori dalla via e corre lontano alle tue spalle. Sei uomini armati li inseguono, si fermano all'incrocio e sparano in direzione dei fuggitivi, mancandoci di poco, per fortuna. Forse stavamo dando da mangiare a dei piccioni, ma ormai non ci sono più: il trambusto li ha fatti fuggire.

Dal fondo della strada, una banda si avvicina, suonando, per smorzare la tensione provocata dagli spari, mentre i soldati se ne vanno commentando "è la prima volta che un inglese apre il fuoco su suolo italiano". Sarà vero? Chi può dirlo?
In fondo abbiamo attribuito ad altri citazioni che non appartenevano loro, in sogno, non è vero?
La banda sfila, senza degnarci di uno sguardo. Solo una persona rimane indietro nel gruppo.

Ha un enorme mascherone che le copre tutta la testa. Rappresenta una volpe. Sembra che sia realmente ricoperta di pelliccia: è una maschera di quelle serie, è fatta bene. Eppure, riusciamo a vederci attraverso. La volpa ha profondi occhi castani, ora scuri, ora chiari ed attraverso quegli occhi, noi intravediamo un volto, dei capelli scuri, lisci, perfetti, con un unica ciocca ribelle a boccolo sul lato sinistro della testa. Lei rimane lì a fissarti, forse consapevole del tuo guardarle oltre la maschera o forse no, non lo sai. Si chiede perché tu rimanga fermo su una panchina immaginaria, invece di camminare verso l'orizzonte, ma tu non hai un orizzonte da raggiungere: ti sei arreso.

Questo era il tuo sogno...e dopo quel sogno io ti ho visto alzarti in piedi ed iniziare, un passo davanti all'altro, a camminare nuovamente verso l'orizzonte, verso il tramonto, verso l'ovest, nuovamente con qualcuno che voglia condividere con te questa strada tortuosa, attraverso la via panoramica, perché diciamocelo: le scorciatoie a noi non sono mai piaciute.

L'importante non è tanto giungere a destinazione, quanto il viaggio che si compie per raggiungerla.

E allora viaggia, fratello mio, ci rivedremo nei tuoi sogni, anche se non lo ricorderai.

sabato 4 gennaio 2014

...

Pensi che sia davvero sbagliato credere in un sogno?
Abbiamo cercato un sogno da inseguire per tanto tempo ed ora che lo abbiamo di fronte, in parte lo temiamo.
Eppure lo inseguiremo, non è vero? Non lo lasceremo scappare. Non possiamo, non vogliamo farlo scappare.
 Inseguiamo il bianconiglio, mentre fugge attraverso il cunicoli della follia di questo modno delle meraviglie.
Noi siamo Alice, pronta a credere a ciò che gli abitanti di questo mondo vogliano farci credere.

E allora forza... Andiamo: il bianconiglio è andato di là e noi non possiamo entrare da quella porta così piccolina. Però ci sono dei biscotti sul tavolo.

C'è un biglietto....

"...mangiami..."

E noi mangiamoli allora...