sabato 30 novembre 2013

...sogni o viaggi...

E' come se si trattasse di due persone distinte. Mentre si dorme, è l'altro a vivere la propria esistenza su un piano differente dal nostro.
uando sopraggiunge il risveglio, tutti i ricordi del sogno vengono risucchiati, come in un vortice spazio temporale, come se la loro realtà stesse accartocciandosi su se stessa.
Fra il risveglio della realtà e l'apertura delle palpebre (pochi decimi di secondo) l'intero mondo parallelo crolla e viene spedito nella nostra testa, che (sempre prima di alzare la palpebra) rivede tutti gli eventi del sogno come in un video accelerato.
Quando mi sveglio, è sempre come se tornassi nel mio corpo dopo una corsa estenuante di cui poco ricordo e di cui niente vorrei ricordare..

mercoledì 27 novembre 2013

Ieri ti ho visto, fratello mio.
Attraverso gli occhi di un passeggero dell'autobus che ha sostato dietro a te, io ti ho visto.
Ho visto questo spettro, vago ricordo di ciò che un tempo sei stato, mentre lavavi i vetri di quella che spesso ti trovi a chiamare "casa" sebbene non lo sia.
Eri assorto in chissà quali pensieri, mentre facevi risplendere le lastre al sole. A quanto ne so non si dovrebbero lavare i vetri mentre il sole batte direttamente su di essi ma non te ne curi: è ciò che ti hanno ordinato di fare e tu lo fai. Non vedo gioia nei tuoi movimenti, non vedo energia nella tua fatica. Non vedo calore nel vento di novembre che ti sferza il volto.
Ti devi essere accorto dell'autobus e ti sei voltato. Hai scrutato a lungo il grande moezzo, da cima a fondo, cercando quel volto che non apparirà.
L'hai cercato seduto e mentre scendeva dalle porte, ma non c'era, come ogni volta.
Continui ad aspettare, fratello, aspeti qualcosa che non capiterà. E sai perché non capiterà? Perché non meriti che accada. Tu hai fatto sì che ciò non possa accadere.
Quella che hai ora è un'illusione. Speri che sia altro, ma sappiamo entrambi che è soltanto un'illusione, destinata a spegnersi con il tempo.
Non mi credi?
Non credere alle mie parole, se ciò ti fa stare meglio.
Non credere a ciò che senti, se mentire a te steso ti aiuta a colmare il vuoto che ti invade.
Prova.
Prova sulla tua pelle cosa vuol dire sbattere ancora contro lo stesso muro.
Certo, magari il muro cederà, questa volta o magari no, chi può dirlo? Puoi provare, ma non dire che non ti avevo avvertito.

Ti prego, fratello mio, il tuo corpo ed il tuo cuore hanno già sofferto abbastanza.
Se per forza devi entrare in pista ancora una volta, ti prego, allaccia la cintura: stai lontano da ciò che può ferirti. Sei fragile, come un vaso di cristallo ed il tuo spirito era altrettanto bello, un tempo.

Ora sei solo un'ampolla di rame, opaca, oscura. Non vedo più la luce che irradiavi un tempo...

domenica 17 novembre 2013

...strane notti...

Aprii gli occhi, senza sapere se avessi davvero dormito, né quanto. Minuti? Ore? Giorni interi?
Ciò che sapevo per certo, è che quello che avevo davanti era un panorama differente da quello che avevo abbandonato l'ultima volta che avevo aperto gli occhi.
Quindi sì: dovevo aver dormito, poiché mi trovavo sulla spiaggia ben oltre al castello di Miramare, mentre avevo certamente lasciato l'asciugamano poco oltre la pineta. Avevo galleggiato così a lungo, per poi arenarmi come un cetaceo? Che poi "così a lungo" era relativo: chissà quanto erano forti le correnti, magari avevo percorso tutta la distanza in pochi minuti.
Ad ogni modo, ero lì. Non conoscevo la zona, non riconoscevo il luogo in cui mi ero venuto a trovare. Conoscevo soltanto la direzione ed iniziai a camminare per fare ritorno a casa.
Lungo la strada, mi accorsi di non avere con me gli orari di lavoro. Che giorno era oggi? Dovevo lavorare? Avrei dovuto già essere lì? Avevo il giorno libero ma chissà se lo avevo passato dormendo perso alla deriva. Era giovedì o venerdì? Se fosse stato venerdì, diamine, sarei dovuto andare a scuola.
Prima e seconda ora, latino.
Terza e quarta ora, storia dell'arte.
Dovevo portare cartella e materiale da disegno? No, non lo credevo: era il primo giorno dell'anno per storia dell'arte. Però c'era la possibilità che interrogasse di latino e che io fossi stato dannato se avevo aperto libro.
Il grande capo mi raggiunse presso un'impalcatura in metallo sulla spiaggia. Non so cosa stesse cercando, ma sembrava tranquillo, quindi supposi di non aver mancato al lavoro, sebbene non ne fossi ancora del tutto certo. Prima di buttare la spazzatura, per fortuna, un collega aveva guardato dentro al bidone e vi aveva rinvenuto i miei orari. Sembrava molto soddisfatto di sé per quella piccola impresa ma non gli badai ed anzi, forse gli risposi in modo un po' brusco. Me ne dispiace un po'.

Non credo sia capitato altro in questo sogno ma questo basta per capire tante, troppe cose.
E' talmente chiaro, che scomodare uno psicologo per analizzarlo, sarebbero soldi buttati.

sabato 9 novembre 2013

...test...

09/11/2013

E sono 26, a quanto pare...
Numero insulso, decisamente. Al punto che ho deciso di non festeggiarli. Oggi è stato un giorno come tanti. Niente festa, niente ritrovi di massa... Semplice relax...
Partita con gli amici, film alla sera...
Però, a differenza degli altri anni, ho voluto fare un esperimento.
Da 2 giorni, ho tolto la mia data di nascita, per scoprire quante persone lo ricordassero, lo sapessero, fossero interessate a farmi gli auguri.
Sostanzialmente sono state una decina... Risultato basso, tutto sommato, ma prevedibile.. ormai non ci si basa più sulla memoria per le date.. esiste internet che ti dice tutto di tutti... Un po' mi rattrista questa "dipendenza" verso macchine esterne, quando il cervello sarebbe una macchina stupefaciente, se venisse tenuta in allenamento...

Un unico evento degno di nota è stato registrato nella giornata... un messaggio che... boh... prima o poi capirò anche cosa abbia provocato...

sabato 2 novembre 2013

I'm back

Non si lascia mai davvero qualcosa indietro, senza portarselo appresso in ogni istante della propria vita. Come un ricordo, un richiamo.
Molte volte, sento dei richiami dal passato. Tante volte sento di dover o voler tornare indietro nel tempo. Al tempo stesso, so che la strada è davanti a me, asfaltata, con mille deviazioni.

Io cammino con la testa volta alle mie orme, ma guardando dove ho già cammianto, non posso scegliere dove andare in futuro. Mi chiedo perché e la risposta si forma istantaneamente nel mio pensiero.
Cammino ogni giorno avanti senza veder alcuna via d'uscita, alcuna novità e quindi cammino guardando la sola cosa che sembri offrire un qualsivoglia panorama: il passato. Dovrei guardare avanti, resistere alla monotonia del presente, per poter cogliere al volo qualsiasi svolta mi venga proposta. L'ho sempre fatto: ho sempre seguito la strada che mi veniva indicata, ogni giorno, ogni notte eppure più seguo le bricole di pane, più sembra che stiano cercando di riportarmi a casa, invece di portarmi nel futuro.
Nei segnali che il Fato offre, ognuno è libero di vedere qualsiasi cosa voglia. Io vedo in tutti lo stesso significato.
Vedo in tutti la stessa cosa e mi piace e non mi piace al tempo stesso ed altrettanto mi spaventa.

Forse è semplice ossessione... Forse sono semplicemente pazzo...o forse ancora non lo sono abbastanza e sento l'indomabile bisogno di un'altra pazza nella mia vita.

"La follia non è il problema, è la soluzione e nel caso in cui la follia non costituisca la soluzione al problema, significa che si sta affrontando il problema sbagliato."