mercoledì 27 novembre 2013

Ieri ti ho visto, fratello mio.
Attraverso gli occhi di un passeggero dell'autobus che ha sostato dietro a te, io ti ho visto.
Ho visto questo spettro, vago ricordo di ciò che un tempo sei stato, mentre lavavi i vetri di quella che spesso ti trovi a chiamare "casa" sebbene non lo sia.
Eri assorto in chissà quali pensieri, mentre facevi risplendere le lastre al sole. A quanto ne so non si dovrebbero lavare i vetri mentre il sole batte direttamente su di essi ma non te ne curi: è ciò che ti hanno ordinato di fare e tu lo fai. Non vedo gioia nei tuoi movimenti, non vedo energia nella tua fatica. Non vedo calore nel vento di novembre che ti sferza il volto.
Ti devi essere accorto dell'autobus e ti sei voltato. Hai scrutato a lungo il grande moezzo, da cima a fondo, cercando quel volto che non apparirà.
L'hai cercato seduto e mentre scendeva dalle porte, ma non c'era, come ogni volta.
Continui ad aspettare, fratello, aspeti qualcosa che non capiterà. E sai perché non capiterà? Perché non meriti che accada. Tu hai fatto sì che ciò non possa accadere.
Quella che hai ora è un'illusione. Speri che sia altro, ma sappiamo entrambi che è soltanto un'illusione, destinata a spegnersi con il tempo.
Non mi credi?
Non credere alle mie parole, se ciò ti fa stare meglio.
Non credere a ciò che senti, se mentire a te steso ti aiuta a colmare il vuoto che ti invade.
Prova.
Prova sulla tua pelle cosa vuol dire sbattere ancora contro lo stesso muro.
Certo, magari il muro cederà, questa volta o magari no, chi può dirlo? Puoi provare, ma non dire che non ti avevo avvertito.

Ti prego, fratello mio, il tuo corpo ed il tuo cuore hanno già sofferto abbastanza.
Se per forza devi entrare in pista ancora una volta, ti prego, allaccia la cintura: stai lontano da ciò che può ferirti. Sei fragile, come un vaso di cristallo ed il tuo spirito era altrettanto bello, un tempo.

Ora sei solo un'ampolla di rame, opaca, oscura. Non vedo più la luce che irradiavi un tempo...

2 commenti:

  1. Enigmatico e rassegnato. Qualcosa di te si è auto(bus)visto?

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    1. Io vedo costantemente me stesso dall'esterno, come se fossi uno spettro a mezz'aria, impegnato ad osservare la propria vita...

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