giovedì 31 marzo 2016

Routine.

Lavorare.
Stare a casa.
Pranzare, cenare.
Addormentarsi fra le stesse braccia che ritroviamo al mattino.
Preparare il caffé e portarlo a letto assieme alle brioches prese a lavoro.
Leggere, scrivere, stare al pc.
Cercare le novit degli amici e conoscenti.
Conoscere di tanto in tanto qualcuno di nuovo e vedere cos'abbia da offrire.

Routine di ogni giorno.

Questa vita mi annoia ed il bicchiere è troppo pieno.

domenica 27 marzo 2016

...e se l'attesa del piacere fosse essa stessa il piacere...?

Aspetto.
Ho ordinato un libro nuovo. Sì, lo so che la mia parete è come interamente rivestita da una libreria, la metà dei cui libri aspetta che io li scelga per essere letto.
Però quando trovo un nuovo libro che meriti la mia attenzione non so dirgli di no e lo accolgo nella mia piccola, umile dimora.
Questa volta, forse, è diverso.
Questa volta è una storia vecchia di un anno.
Ho trovato, in quel mare orribile e pericoloso in cui tutti navighiamo, un'opera forse meno conosciuta qui da noi.
Un libro che sembrerebbe aver riscosso grande successo nella sua terra natia, la grande madre Russia.
Chi mi conosce SA che ho una particolare adorazione verso la steppa degli zar e non si sorprenderà se tale libro ha catturato la mia attenzione prima di subito.
Libro russo.
Copertina colorata ed accattivante.
Leggo la trama.
...
...
...
...
...bestemmia...
...
...
...

Voglio questo libro. Ditemi che qualche idiota lo ha tradotto, magari almeno in inglese ma lo voglio.
Non per cattiveria, ma il russo non lo conosco.

La mia costanza è pari a quella di Renzi, quindi me ne dimentico, concentrato su altro di più imminente.

Come quasi tutti sapete, facciadalibro, annoiato, ci manda i ricordi degli anni passati e mi è ricapitato questo libro.
Riacceso l'entusiasmo, apro i commenti e scopro che tale libro è stato tradotto in italiano ed era in vendita nel 2009.
Ora difficile reperirlo ma con una ricerca incrociata vengono fuori dei risultati ed il libro è stato ordinato.
Ordine effettuato il 23.
A dire della libreria, spedito il 24.
Attendo che arrivi.

Di cosa parlerà mai questo libro?
Di pokémon, fra le altre cose.
Sì, avete capito bene.
Un libro russo, pluripremiato come metafora sociale che le Strade Blu hanno tradotto e pubblicato con la seguente copertina.


Servono davvero commenti o spiegazioni?
Parliamone.
Direi che è tutto piuttosto chiaro. Ma andiamo alla trama.
Perché?
Perché sappiamo tutti che non mi farei convincere a comperare un libro solo per una copertina accattivante.
Potrei descriverla, ma sarà più interessante copincollare il trafiletto che l'internet riporta.

[quote]
Stepa è ossessionato dai numeri. Da ragazzo decide che il numero 34 sarà il suo numero guida (la somma dei suoi componenti, 3 e 4, è infatti il 7, numero magico e proprio in quanto tale usuratissimo). Ma ha anche un numero negativo, che è l'immagine speculare del 34, il 43. E continua ad averlo quando, ormai adulto, entra nel magico mondo della finanza... Viktor Pelevin racchiude in questo romanzo la Russia di oggi in tutta la sua abissale assurdità."
[/quote]

No, non è questo a convincermi. Mi ha convinto ciò che ha scritto chi ha pubblicato il link con il libro in russo.

Seguono nell'ordine:
- Link
- Immagine
- Descrizione

https://www.facebook.com/pokememesita/photos/a.506531659427338.1073741828.169800026433838/838480292899138/?type=3





[quote]

Questo libro, per quanto assurdo possa sembrare quello che sto per raccontarvi, esiste davvero..
E non solo!
Si tratta anche di un pluripremiato libro russo.
Il protagonista è un businessman ossessionato dal numero 34 (ed inorridito dal 43) e lo paragona a Pikachu descritto come "solo, adulto e terrificante"
Si innamora di una tizia completamente ossessionata da Meowth, al punto da tagliarsi i capelli in modo da formare i baffi di quest'ultimo.
Questo personaggio spingerà poi il protagonista nel mondo dell'hentai roleplay (si racconta nel libro che la ragazza non riesca ad eccitarsi a meno che il compagno non usi su di lei un taser accompagnato dal verso di Pikachu)
Comunque insomma, il tutto è condito da scene folli, terrorismo, maghi-designer di Photoshop, omicidi con dildi, fino ad arrivare alla descrizione di Putin ossessionato dalla rule34 e da Shrek.. conditi da monologhi capitalistici..
Il tutto ha vinto un premio prestigioso perché pare che si tratti di una sorta di metafora postmoderna!
[/quote]

E questo è tutto, gente. 
Aspetto il corriere.

martedì 22 marzo 2016

Domande

A quale divinità devo appellarmi, affinché si crei una congiunzione astrale, tale che io abbia sia il tempo, sia la voglia di scrivere il arcconto che mi frulla nella mente da un mese a questa parte?
E' come se fosse tutto già scritto.
Avete visto "Amadeus"? Il film su Mozart, dai. Certamente lo avete visto.
Quando gli chiedono perché non abbia ancora termianto la sua sinfonia, lui gli risponde che gli spartiti sono già stati scritti. Alla domanda "dove sono?" lui risponde sorridendo indicando il proprio capo "Proprio qui dentro"...

Ma voglio che sia scritto e prenda vita e possa esser condiviso con chiunque avrà la voglia di leggerlo.
Lo giuro che lo vorrei, con tutto me stesso.
Oh, se lo vorrei.

giovedì 17 marzo 2016

Siamo sempre qui, alla fine.

Hai visto che sono tornato a scrivere qui, a trattie  mi hai chiesto se mi potesse dar fastidio che tu leggessi i miei pensieri.
Come potrebbe darmene?
In realtà pensavo già lo facessi, di tanto in tanto ma forse sbagliavo.
Questa stanza è sempre aperta ed aperta a chiunque voglia passarvi. In fondo, se proprio ci fosse qualcosa che non volessi voi leggeste, eviterei di scriverla o la scriverei altrove, dove nessuno sappia ricondurre determinate affermazioni alla mia persona.
Ma non ho motivo di cercare un luogo simile, dal momento che ho già questa stanza...questo ripostiglio, ormai, sprofondato nel caos e nell'anarchia, senza la mia presenza a raddrizzare le linee temporali di questo buco al di fuori dalle regolari concezioni.

Che dire ancora?
In fondo questo è come un grande condominio in cui di tanto in tanto ognuno di noi va a prendere un te coi biscotti nel salotto degli altri e si lascia raccontare le storie che l'altro abbia in serbo e perché mai dovrei voler fare il vecchio brontolone che tiene chiusa la sua porta?

E poi al tuo te coi biscotti mi sono pur intrufolato, no?
Forse non invitato, forse non gradito ma i biscotti erano così buoni che non ho saputo resistere.
E la sai una cosa?
Sono felice.
Felice di esser passato a rubare un biscotto, perché ciò che ho letto mi ha donato una felicità ed una serenità quasi innaturali e quasi totalmente altruiste.
Ci hai raccontato una storia ed io l'ho ascoltata con attenzione e...e devo davvero aggiungere altro?
Forse sì, forse devo, per amor di chiarezza.

Son lieto e felice di ciò che di buono bussa alla tua porta e non vorrei mai che fosse diversamente.

Ora devo andare.
Bussano alla porta.

martedì 15 marzo 2016

Un passo alla volta.

Mi mancate.
Inutile girare attorno alla questione. Questo spazio e voi tutti mi mancate.
Mi sento come se non potessi scrivere o come se non avessi nulla di cui scrivere ma la volontà di tornare con stabilità in questi spazi c'è, ve lo assicuro.

Per oggi così.
Una piccola cosa.

Una piccola cosa per volta...

venerdì 11 marzo 2016

Toh, uno spazio fra una riga e l'altra.

Non so davvero dove io sia.
Né so più cosa ci faccio qui o cosa ci facciate voi.
Ci son ricapitato così, per caso, quasi per sbaglio, come un click troppo in basso o troppo in alto nell'elenco dei preferiti.

Ieri ho passato la serata a chiedermi se io sia pazzo.

Pazzo nel senso esaurito del termine.

Esaurito come?
Non saprei.

Credo, nel profondo, che il cervello umano sia come un complessissimo computer fatto di circuiti organici. Il fatto che le comunicazioni avvengano tramite stimoli elettrici lo dimostra, così come lo dimostra la presenza di un campo elettromagnetico attorno ad ogni essere vivente.

Ora, detto questo.

Se io provoco uno stimolo elettrico, ottengo una data reazione.
Se io ne provoco un numero alto, ottengo un alto numero di reazioni.

Ora.

Pensate di aprire 200 pagine di youtube contemporaneamente e di cercare di ascoltare ciò che ne esca.
In primis, la presenza di un solo paio di casse impedirà di separare i suoni ma cosa importante la macchina cercherà di elaborare i differenti suoni nello stesso istante, separatamente, sebbene partano in simultanea.

La bocca sono le casse.
Il cervello è la macchina che elabora i dati.

Ecco, io credo di aver troppi dati da elaborare in questa piccola testa e di non riuscire ad esporli in una sola volta, avendo un solo apparato vocale.
Ma il cervello è più complesso di così, lo sappiamo.

Sento emozioni, pensieri, previsioni, programmi, percezioni del mondo esterno.
Li sento, li accantono, li organizzo.

E poi c'è lei.
Quella piccola insignificante voce che continua a sussurrare alla mia mente frasi in loop e mi lascia a riflettere su quanto potrebbe essere confortevole e "normale" starsene in un angolo, piegati sulle ginocchia, stretti nell'abbraccio di una camicia di forza a sussurrare continuamente "nonsonopazzononsonopazzononsonopazzononsonopazzo"
"VatuttobeneVatuttobeneVatuttobeneVatuttobeneVatuttobeneVatuttobeneVatuttobeneVatuttobeneVatuttobene"
"Chièlà?Chièqua?Chisiete?"
La sento, ogni istante e si rafforza quando io mi sento più debole e stanco.
Quando mi abbandonerei al suo cullare.
Poi si attiva l'altra partizione del cervello, quella col sistema operativo più rigido e meno malleabile che mi ripete quanto sarebbe sconveniente. Io non sono così. Quella è solo una mia fantasia. Una fuga dalla vita reale e razionale. Io sono più forte. Io non posso crollare.

E lo sapete? Alla fine credo sia vero.
La mia parte razionale è forte, come la grappa fatta in casa. Inattaccabile, perché è il sistema di difesa che la mia stessa mente ha creato per evitare di collassare.
E dunque perché mi attrae così tanto quell'angolo della stanza?

Se quella figura piegata non sono io, perché la mia mente anela a perdere questa stabile razionalità, per abbandonarsi alle morbide mura di una cella imbottita?

Sembra che le mie giornate si riducano ad una lotta con me stesso per impedirmi di impazzire. Per impedirmi di perdere la mia razionale consaevolezza del mondo che mi circonda.

E tutto questo? Cos'è?
Solo uno spazio fra un pensiero e l'altro, mentre scorrevo qualche pagina di blog, giusto per notare che più le cose cambiano e più rimangono le stesse.

domenica 6 marzo 2016

Faccio ammenda.

No, non sono morto.
La vita mi scorre fra le dita come sabbia al vento ed il tempo che posso dedicare a me stesso è poco, se non nullo.

Di ciò mi scuso, perché mi porta a trascurare molti aspetti della mia vita che precedentemente erano prioritari, come sentire voi tutti e tutte. Ho dovuto accantonare queste mura bianche e nere, purtroppo, per dedicarmi a quella che gli stolti sostengono essere la realtà.

Ma non sono morto.

Non sono scomparso.

E soprattutto, non vi ho dimenticati.

Ne sono certo e ve lo dico.

Io tornerò.