venerdì 11 marzo 2016

Toh, uno spazio fra una riga e l'altra.

Non so davvero dove io sia.
Né so più cosa ci faccio qui o cosa ci facciate voi.
Ci son ricapitato così, per caso, quasi per sbaglio, come un click troppo in basso o troppo in alto nell'elenco dei preferiti.

Ieri ho passato la serata a chiedermi se io sia pazzo.

Pazzo nel senso esaurito del termine.

Esaurito come?
Non saprei.

Credo, nel profondo, che il cervello umano sia come un complessissimo computer fatto di circuiti organici. Il fatto che le comunicazioni avvengano tramite stimoli elettrici lo dimostra, così come lo dimostra la presenza di un campo elettromagnetico attorno ad ogni essere vivente.

Ora, detto questo.

Se io provoco uno stimolo elettrico, ottengo una data reazione.
Se io ne provoco un numero alto, ottengo un alto numero di reazioni.

Ora.

Pensate di aprire 200 pagine di youtube contemporaneamente e di cercare di ascoltare ciò che ne esca.
In primis, la presenza di un solo paio di casse impedirà di separare i suoni ma cosa importante la macchina cercherà di elaborare i differenti suoni nello stesso istante, separatamente, sebbene partano in simultanea.

La bocca sono le casse.
Il cervello è la macchina che elabora i dati.

Ecco, io credo di aver troppi dati da elaborare in questa piccola testa e di non riuscire ad esporli in una sola volta, avendo un solo apparato vocale.
Ma il cervello è più complesso di così, lo sappiamo.

Sento emozioni, pensieri, previsioni, programmi, percezioni del mondo esterno.
Li sento, li accantono, li organizzo.

E poi c'è lei.
Quella piccola insignificante voce che continua a sussurrare alla mia mente frasi in loop e mi lascia a riflettere su quanto potrebbe essere confortevole e "normale" starsene in un angolo, piegati sulle ginocchia, stretti nell'abbraccio di una camicia di forza a sussurrare continuamente "nonsonopazzononsonopazzononsonopazzononsonopazzo"
"VatuttobeneVatuttobeneVatuttobeneVatuttobeneVatuttobeneVatuttobeneVatuttobeneVatuttobeneVatuttobene"
"Chièlà?Chièqua?Chisiete?"
La sento, ogni istante e si rafforza quando io mi sento più debole e stanco.
Quando mi abbandonerei al suo cullare.
Poi si attiva l'altra partizione del cervello, quella col sistema operativo più rigido e meno malleabile che mi ripete quanto sarebbe sconveniente. Io non sono così. Quella è solo una mia fantasia. Una fuga dalla vita reale e razionale. Io sono più forte. Io non posso crollare.

E lo sapete? Alla fine credo sia vero.
La mia parte razionale è forte, come la grappa fatta in casa. Inattaccabile, perché è il sistema di difesa che la mia stessa mente ha creato per evitare di collassare.
E dunque perché mi attrae così tanto quell'angolo della stanza?

Se quella figura piegata non sono io, perché la mia mente anela a perdere questa stabile razionalità, per abbandonarsi alle morbide mura di una cella imbottita?

Sembra che le mie giornate si riducano ad una lotta con me stesso per impedirmi di impazzire. Per impedirmi di perdere la mia razionale consaevolezza del mondo che mi circonda.

E tutto questo? Cos'è?
Solo uno spazio fra un pensiero e l'altro, mentre scorrevo qualche pagina di blog, giusto per notare che più le cose cambiano e più rimangono le stesse.

4 commenti:

  1. Dunque.
    Non è il cervello umano a somigliare ad un computer, ma il computer a voler a tutti i costi emulare un cervello umano.

    Per smettere di "sentirti" pazzo o, almeno, per non avere più quella sensazione basterebbe la filosofia del "un passo alla volta mi basta".
    Non serve fare 300 cose alla volta. Prendi fiato e prendi tempo se no impazzisci sul serio.

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  2. c'è sempre qualcosa che non va, anche quando tutto va bene.

    ma dalle situazioni nelle quali non si sta bene, bisogna uscirne fuori.

    piegarsi in un angolo non è una soluzione e anche come sfogo vale ben poco... ;-)

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    1. Non può andare bene tutto ma non si può uscire da una situazione che non si conosce.
      A me sembra che tutto vada nel migliore dei modi possibili e sono dell'idea che questa sia solo una sciocca forma di ansia ingiustificata.

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