giovedì 29 gennaio 2015

Soffia il vento ed il castello di carte crolla

Ho ceduto alle tue lusinghe, fratellino.
Tu mi hai parlato all'orecchio, mi hai susurrato le tue dolci parole. Hai giurato che poi tutto sarebbe passato.

Mentivi, è ovvio, ma come posso sapere con certezza quando tu menta e quando tu non lo faccia?

Abbiamo ceduto a ciò che sapevamo non dover cedere. Ci siamo avvicinati a quel frutto che ci è stato proibito a più voci ed a più riprese. Oggi forse sappiamo perché. Oggi forse so perché.
Era forse un tuo piano per farmi cedere a te, fin dal principio?

Volevi forse tornassi a quelle splendide vecchie abitudini di cui tanto sentivamo la mancanza?

Oggi torniamo ad odiare noi stessi, il nostro corpo incapace di esistere su questa terra. Oggi torniamo a punire questo corpo malato.

Brucia l'impuro. Brucia l'impuro. Brucia l'impuro.

Oggi siamo penitenti delle nostre colpe. Oggi ci votiamo a fare ammenda per il nostro peccato.
Oggi l'ho fatto nel nome tu, Fratellino.

Io e te abbiamo un patto.

Ho onorato la mia parte.
Tu onora la tua.

Quando tutto sarà finito, sarà come se nulla fosse accaduto.
Quando tutto sarà finito, sarà come se nulla fosse accaduto.

Senti questi vapori...sono il profumo della tua vittoria...

Da qualche parte, oltre l'arcobaleno

Da qualche tempo ho fatto mia questa frase: "da qualche parte oltre l'arcobaleno".
Per cosa la uso?
La uso per indicare un luogo remoto, sconosciuto. La uso quando non so davvero dove sto andando o dove sia un dato oggetto, una data persona.

Mi piace il suo essere citazione celebre ed al tempo stesso non venir compresa dai più, che la sentono solo come uno strano modo di dire.

Ieri ho risentito una voce cantare la canzone da cui ho tratto questa "mia" forma grammaticale e tante immagini si sono fatte strada nella mia memoria.

In ultima posizione, c'è Nicole Kidman, in "Australia", mentre la "canticchia" senza troppa convinzione.

Subito prima c'è Elio, che ne usa la melodia per un tratto della sua canzone-parodia Ad Emanuele Filiberto "Italia amore mio".

Ancora prima ci torna in mente un video su Youtube sui "Knock Knock Jokes" Ma non vi dico il perché, mi limito a postarvelo
https://www.youtube.com/watch?v=8jJ0TG5Nvu0

In prima posizione, ahimé, Slad Fingers, che ogni tanto fa capolino nella mia memoria, mentre passeggia in un suo viaggio astrale in una cella frigorifera, cantando "Somewhere over the rainbow" con la sua voce malata...

Così tanti pensieri nella mia testa mentre una splendida voce accompagnava il sole nel suo tragitto ed allietava il mio stato d'animo, perso lontano e che cerca di risplendere ancora come ogni altra volta.

Dopo ogni temporale, in fondo, spunta l'arcobaleno: basta saperlo cercare.

martedì 27 gennaio 2015

La prenotazione è gradita...

La giornata lavorativa di oggi merita un resoconto ed una riflessione.

ATTENZIONE
Il seguente post potrebbe contenere cinismo ed elementi di scarsa sensibilità, ma capitemi: è lunedì (era, in effetti).

Si lavora di pomeriggio, dalle 14 fino achiusura del locale. Il sole splende e questo è un presagio di movimento, per un locale sul lungomare.
Il termometro della farmacia segna 16°C ma non gli credo: son capaci tutti di sentir 16°C stando sotto il sole diretto tutto il giorno. Forse ce n'erano 10.
Attraverso la città sulla mia Little Water fino ad arrivare alla periferia Barcolana: vicino al mare.
Supero la chiesetta di Barcola. C'è tantissima gente fuori dalla porta.
"Strano" penso fra me e me "raramente si sposano in giorni diversi dal sabato."
Proseguo e penso che ci sarebbe stato un po' di movimento in più per quella ragione. Una piacevole distrazione, dato che lunedì è generalmente una giornata triste.
Arrivo a lavoro (30 metri dopo la chiesa) e vedo del movimento già presente.
Mi cambio ed esco ricordando le parole della titolare di ieri. Mi parlava di una cliente fissa che era morta un paio di giorni prima ed oggi ci sarebbe stato il funerale. Parlava di un funerale piuttosto grosso. Che fosse quella massa di persone?
Lo avrei scoperto presto.

In turno, di norma, saremmo stati in 3 ma per pura combinazione, il titolare era lì. Probabilmente doveva sbrigare delle carte (che non gli abbiamo lasciato guardare).

Ora.

I turni sono calcolati in base all'affluenza "media" delle persone per ogni periodo. Chiaramente un lunedì di gennaio (in cui dovrebbe far freddo, anche con il sole) 3 persone sono più che sufficienti, 4 è ridicolo ed inutile, salvo complicazioni.
Chessò, se in 50 prenotano per far rinfresco, i capi scendono e diventiamo in 5 a lavorare (6 in casi estremi, se serve chiamare anche la figlia, 6e mezzo se portano anche il figlio).

Nessuno ha prenotato ma le 150-250 persone che erano al funerale, si sono poi riversate da noi, contemporaneamente.
La ragazza di cui era il funerale era giovane (50) ed aveva parecchie persone che le volevano bene e che hanno partecipato alla cerimonia.
Che venissero tutti (TUTTI) da noi dopo, non era previsto.
Il fatto che fossimo in 3+ il titolare è stato un caso fortuito.

 Durante il lavoro non ho potuto fare a meno di pensare "Cavolo: questa ragazza ha tutte queste persone che sono venute a salutarla nell'ultimo viaggio.
 Chissà se quando toccherà a me ci sarà almeno la metà delle persone. Mi piacerebbe davvero sapere che tutte queste persone saranno attorno a me per salutarmi e per dire le solite cazzate di circostanza, dicendo pubblicamente che si tratta solo di cazzate di circostanza. Mi piace pensare che chi mi conosce dirà di me ciò che di me conosce meglio. Se poi vorrete dipingermi meglio, ehi, non mi dispiacerà, ma quello che starete seppellendo e salutando, evidentemente, non sarò io."

Questo pensavo correndo come una trottola e girando come un cavallo (o era il contrario? Mah, le metafore) fra un caffé, un frizzantino ed un tramezzino, mentre i colleghi impazzivano a servire i tavoli ed a dar gelati.


Dopo un pomeriggio di fuoco (e non parlo del clima) ho pensato cinicamente alle persone, al motivo che le aveva spinte a venir da noi in questa giornata e non ho potuto far a meno di chiedere al titolare "Ma ti pare che questa gente deve morire e non prenota?"

Lui mi ha guardato perplesso...poi ha riso...non penso abbia ancora smesso di ridere.

C'è poco da fare: lo humor nero è brutto ma fa sempre ridere.

sabato 24 gennaio 2015

Un breve viaggio sul carro di Morfeo...

Sono sul sentiero.
I nonni camminano dietro di me. Io avanzo in bicicletta. Da dietro li sento gridare. Cercano di avvertirmi di stare attento al burrone. Perché c'è un burrone. Arrivo sul ciglio, ho rallentato ma non abbastanza.
Non ho paura.
Non c'è sentiero ma non è pericoloso scendere di qua. Scendo. Scendo 10, forse 20 metri, senza farmi alcun male. Mi fermo, la bicicletta scompare nel nulla. Non so risalire. C'era anche mio zio. Provvidenziale direi: faceva arrampicata.
Scende con una corda per recuperarmi e riportarmi su. Sembra che la corda non fosse ben legata o non lo fosse affatto. Mia nonna non riesce a tenerla. Stiamo per cadere. Aggancio al volo la corda su qualcosa. Ci fermiamo. Siamo vivi.
Ridiamo.
Ridiamo di gusto, così forte che mi sveglio, ridendo e mi chiedo se i vicini mi sentano ridere. Ascolto. Non mi sento ridere. Non sto ridendo.
Non sono nemmeno a casa. Non ricordo dove fossi o con chi. Ricordo di aver parlato con delle donne. Non ricordo nulla se non che, ad un certo punto, mi è tornato in mente qualcosa che mi aveva detto mia madre molti anni fa, ovvero che in un sogno è difficilissimo riuscire a guardarsi le mani. Non mi era mai capitato di pensarci durante un sogno. Aspetta. Sapevo di essere in un sogno: nemmeno questo mi era mai capitato.
Guardo le mani. Faccio fatica, sono sfuocate. Ho l'impressione ci siano delle dita di troppo ma so che è solo per la difficoltà di messa a fuoco.
All'improvviso una fitta al braccio destro mi costringe ad interrompere il contatto visivo con le mani.
Fa male. Tanto male al punto che sto per svegliarmi ma non ci riesco davvero.
Riapro gli occhi a casa di uno sportivo famoso. Non so chi sia ma so che è uno sportivo famoso con i suoi figli, due maschi.
Non è contento di vedermi. Sembra seccato. Lo è.
Cerco di intavolare un discorso, se ne va.
Devo andarmene. Prendo la coperta a scacchi verde e bianca, mi ci avvolgo come fossi un profugo e cammino, me ne vado.
Arrivo a lavoro, sapendo di dover continuare a cercare di svegliarmi. Ci sono il Capo ed il mio collega F. Capo sta ridendo per una battuta di F. Strano, dal momento che le sue battute sono sempre penose e prive di significato. Forse ride per disperazione. Oltre al banco vedo che stanno dipingendo. Vado a cambiarmi. Stanno dipingendo le pareti di un colore scuro, come fosse grigio fumo.
La planimetria del magazzino è inesatta. Troppo piccolo, vuoto. Come se si passasse dal banco al bagno dietro, saltando a piè pari il magazzino. Non c'è lo spogliatoio.
Manca la luce, vedo pochissimo con il riflesso della luce che non c'è. Arrivo al bagno e cerco l'interrutore a tastoni.
Lo trovo, hanno dipinto sopra e devo fare poca forza per premerlo. La luce si accende ma non cambia molto.

Mi sveglio.

Dopo essermi reso conto di essere davvero sveglio, ho trascritto qualche breve appunto sul sogno appena fatto per poterlo trascrivere con calma. Guardo l'orologio per sicurezza e noto una cosa strana: da quando ho guardato l'orologo l'ultima volta erano passati forse 45 minuti. Forse meno.

La notte trascorre serena e tranquilla in seguito. Tutto sommato, come sogno è stato interessante e per nulla inquietante. Forse la fine lo era un po'.

Un bel sogno per il quale rendo omaggio a Morfeo.

Ps: chissà cos'è che mi manca nella parte di sogno cone le donne. Ricordo che era un discorso importante.

giovedì 22 gennaio 2015

Palla bianca in buca.

Vorrei scrivere qualcosa che parli di me ma la verità è che su di me non c'è molto da dire.
O meglio, c'è molto ma nulla che valga la pena leggere.

Alcuni di voi si aspettavano un sogno che avrei dovuto fare la notte addietro e che non ho scritto.
Posso dirvi che non ho fatto incubi e che il sonno è stato ristoratore e rilassante, come speravo e sentivo.
A conti fatti è sempre tutta questione di saper ascoltare i segnali che il corpo invia. La canzone che vi ho postato l'altro giorno certamente ha smosso qualcosa dentro di me. Mi ha fatto star meglio, in qualche modo, così da riuscire a sognare serenamente, quel poco che dormo.

Ed oggi cosa ci faccio qui?

Oggi non dormirò, credo.
O comunque, non ora. Oggi son fuori a pranzo. L'ho detto ad un amico, mi ha chiesto se potesse venire anche lui.
"Certo" gli ho risposto. Verso le 11 ti dico dove andiamo e ci raggiungi, va bene?
Poi ho aggiunto "Secondo me mi tiri pacco".
Lui è una persona piuttosto orgogliosa. Ha voluto scommettere.

Non avevo ragione di rifiutare una scommessa simile. Insomma, gli ho detto quando, gli ho detto con chi. Gli ho dato tutte le informazioni necessarie, no?
Ha anche visto che la persona con cui pranzo è di un'altra città (paese).
Dite che avrei dovuto dirgli che il pranzo è a Rimini?
Beh, lui non l'ha chiesto.

Bizzarro a dirsi, la cosa che mi emoziona è il prendere un treno. Non so se l'ho mai detto ma io A-D-O-R-O viaggiare in treno. Ti siedi con un libro, una bottiglia di "qualcosa", uin pacco di biscotti/patatine ed il tempo passa.
Vedi tante persone interessanti lungo i viaggi, alcune interessanti in senso positivo, altre in senso negativo.
Quindi niente nanne: fra 4 ore il treno parte e vorrei essere a bordo in quel momento, se dormissi avrei certamente difficoltà a svegliarmi.

Poi venerdì siamo di nuovo a lavoro.

Vedendo dall'esterno la cosa, non posso fare a meno di domandarmi "ma vale davvero la pena fare un viaggio di 5-6 ore andata e ritorno per "andare a pranzo fuori?" poi mi ricordo il perché io ci vada davvero e mi dico "Ma sì: è un modo alternativo di tracorrere il giorno libero".

A volte dobbiamo fare qualcosa di inaspettato per cambiare qualcosa delle nostre vite.
Un po' come il primo tiro nel biliardo: spacchi una situazione stabile per creare un po' di caos da riorganizzare buca dopo buca, fino alla 8.
Cosa succede quando butti la 8 in buca per ultima? Vinci la partita e si torna ad una situazione di stabilità.

Il cerchio continua (per fortuna il tavolo si paga ad ore).

lunedì 19 gennaio 2015

..due del mattino...

Mentirei se vi dicessi che in genere non sono sveglio a queste ore.
In genere sono sveglio a qualsiasi ora. Più o meno.
Insomma, capita anche a me di addormentarmi o rilassarmi..o perdere conoscenza, di tanto in tanto.

Ricordate?
Ho trascorso più o meno un anno dormendo una media di 4 ore per notte, mentre tante persone riuscivano a dormire il sonno dei giusti ed a sognare mondi meravigliosi o terribili.
Ah, i sogni.
Non so nemmeno quando è stata l'ultima volta in cui sono stato felice di sognare. L'ultima volta che al mattino io mi sia svegliato con la serenità portata da un sogno meraviglioso.

Ma non è per parlarvi del mio inconscio che sono qui.
Non voglio che la notte sia costellata di stelle oscure ed angoscianti.

Oggi vagavo senza meta nel mare del web, sorretto dalla mia zattera artificiale a seguito di una giornata di intenso lavoro (dove con "intenso" intendo che "loro" erano in 5000 mentre dietro il banco eravamo in 5).
Guarda un video, leggi una frase, ascolta una canzone.
Vago...

Toh, una canzone che non conosco... cosa sarà mai?

...
...
...
Io non sono per questo genere di musica, chiariamoci. 
Non la cerco, non la ascolto.
Per qualche arcana ragione mi incuriosiva.

Parte la musica...ok...
Una nota.
Mi è bastato sentire una sola nota di quella voce.

E' stato come assaggiare il primo sorso di quello splendido whisky irlandese: un tripudio di emozioni e sapori che solo l'orecchio ha trasferito al cervello, mandandolo più lontano di quanto avrei creduto possibile ed impedendogli di riprodurre mentalmente altro che non fosse quella voce.

Ho sentito altre voci come questa eppure nessuno mi ha mai riempito così la testa.

Chissà, forse stanotte non dovrò temere gli incubi.


sabato 17 gennaio 2015

My last 5 travels

So che sono le 3 del mattino ma non ho sonno e mi annoio.
Quindi faccio questio gioco in cui mi ha taggato Misa.
In sostanza,
1) scegliere 5 mete
2) taggare altri 5 bloggers [ma io vi taggo tutti perché mi piacerebbe sapere dove andrebbe ognuno di voi]
3) Condividere il proprio post sui social con l'ashtag #mylast5travels

Confesso che non sono mai stato un amante dei viaggi e che solo negli ultimi tempi sto scoprendo che non è male. Quindi proviamo a capire dove potremmo voler andare.

 La grande Madre Russia.
Mi son sempre sentito attratto dalla patria degli Zar. Fredda ed eterna. In qualche modo, casa.

Egitto.
In qualche modo, anche questa meta la sento come fosse casa mia, una delle mie case di tempi remoti e scomparsi.
 
Germania.
Non la sento come casa, però è un luogo che mi piacerebbe visitare. Credo mi piacerebbe soprattutto da un punto di vista culinario.

 Canada.
Trovo che sia un mondo parallelo ai confini della realtà (un po' come la Siberia).

L'ultimo viaggio vorrei farlo per mare. Prendere una delle caravelle di Colombo e raggiungere il limite del mondo.

Giacché è tardi e non ho voglia di taggare nessuno, lascio che chi abbia voglia, faccia questo gioco.

giovedì 15 gennaio 2015

Back in my room.

Buonasera, vi sono mancato?
A me sì: sento la mia mancanza ogni giorno che passa. Ovviamente mi siete mancati anche voi, beh, mi mancate tutt'ora.

Non so dove trovo la voglia di scrivere né dove essa si stia nascondendo. Certamente sono state settimane intense ed il tempo è stato poco. Avrei avuto tanto da raccontare e da scrivere ma nulla sembrava più avere senso appena tornavo a casa.
...casa...
Queste 4 mura in cui riposo qualche ora al giorno o alla notte.

Vi ho lasciati qualche giorno prima di Natale, se non vado errato (vado..?dove volete che vada?)
Quindi riprendiamo da lì.

Natale in famiglia, come sempre. Con entrambe le famiglie, come accade da un paio d'anni.
Una è la mia famiglia biologica. Non particolarmente estesa, anzi. Quasi ristretta.
Cena per la vigilia e scambio dei doni.
Scherzi, risate, resoconti di come abbiamo trascorso i rispettivi anni. Già perché nel corso dell'anno è raro che ci vediamo.

Ad una certa ora, l'evento della serata. Alcune famiglie hanno la tombola, noi abbiamo il calendario.
Mio padre recupera nel corso dell'anno fotografie di ognuno di noi e poi ne fa un fotomontaggio collettivo. Vi propongo quello per il 2015.

L'altra famiglia con cui ho trascorso il Natale è quella lavorativa, ovviamente. Certo, perché 24, 25, 26, 31 dicembre eravamo aperti ed operativi. Tutti assieme a festeggiare la tradizione natalizia, fra un caffé, un gelato e l'altro.
Vedo onestamente più i miei colleghi di quanto non veda chiunque altro al mondo. Positivo? Non lo so, ma so che considero le mura lavorative "casa" più di quanto non consideri "casa" quella in cui vivo realmente.

Poi si potrebbe parlare di come io abbia trascorso il capodanno.
Beh...
Dei conoscenti (nel senso che è un gruppo che non considero ancora "amici" ma che sono un gradino sopra l'essere degli sconosciuti) mi hanno invitato a festeggiare con loro.
"Ok, dove?"
"Non sappiamo ancora. Stiamo aspettando di vedere se tizio o caio hanno casa libera."

Nel frattempo scopro che il gruppo che frequento abitualmente non sa davvero cosa farà ma probabilmente saranno sparsi uno di qua, uno di là, come spesso accade.

Butto lì una cosa stupida.
"Se volete, io ho una casa, possiamo far da me"

Ora, non so a quante persone sia mai capitato di venir invitati in casa propria per il cenone di capodanno. A me è capitato (ed ho pure cucinato).
Ovviamente ho approfittato del giorno prima per cucinare (fra un turno lavorativo e l'altro).

Invita qualcuno, senti qualcun altro...

A conti fatti, dovremmo essere una quindicina, forse si arriva a 20.

Ora io non ho una casa molto grande. Certo ho fatto "festicciole" in cui si era una ventuna ma mai una "cena" in cui magari tutti siano seduti e mangino.
Panico (poco e lieve ma pur sempre panico). Non so quante sedie ho reparito ma so che c'erano 2 tavoli grandi ed uno piccolo nella mia cucina e sedie per "tante" persone. Diciamo che ero abbastanza convinto di potercela fare.

Ma si sa: gli imprevisti capitano.

31 dicembre. Mattina. Un messaggio.

"Prepara un kilo di kili in più."

Altro messaggio.

"Barricati in casa."

Alcuni messaggi goliardici (mi dico) da qualcuno che abbia voglia di scherzare. Non ci bado, e poiu ho già finito di cucinare.

Alla sera arrivano gli invitati. Come previsto siamo una quindicina. Si stanno preparando gli antipasti prima di metterci a cucinare davvero per cenare.

All'improvviso, sento dei tuoni. Ma mica piove ed il cielo è sereno (scuro ma sereno). Forse petardi ma il suono è differente. Il suono diventa più intenso, più vicino, più forte cadenzato.
Ricorda tanto il suono del legno mentre batte sulla pelle di un tamburo. Ma sono piuù tamburi. Un dubbio mi assale e mi sento Gandalf a Moria mentre legge le ultime pagine dei Nani prima che gli orchetti arrivino.

Suonano al citofono. Loro sono L'ORDA.

Non c'è modo in cui potrei davvero dirvi cosa sia accaduto e farvi sentire come sia accaduto. Non renderebbe davvero.
Nella mia cucina in cui stavamo in 15 sono entrati al suono dei tamburi di guerra DIECI UNNI dalla mongolia (in realtà, dieci amici miei festaioli) al grido de:
"L'ORDA è ARRIVATA. SIAMO QUI PER SCAMBIARE IL VOSTRO CIBO CON LE NOSTRE DONNE E LA NOSTRA BIRRA".
Ho sempre saputo che i barbari fossero persone civili, dopotutto. Si stava strettino invero, ma la festa è stata tanta e grande, per un paio d'ore. Poi l'orda è dovuta andare per invadere altre abitazioni ed altre feste. Inutile descrivere il caos portato ed il vuoto lasciato alla loro partenza.
Senza di loro la festa non sarebbe stata la stessa. Fatalità, loro se ne sono andati mentre l'ultima ritardataria invitata stava entrando vestendo i panni di una rossa zarina di Rusia (e si sa che fra Mongolia e Russia la steppa è breve).

Dopo ciò la serata è proseguita in modo quasi tradizionale. Con giochi, scherzi, musica e serenità.
Vi avevo lasciati con un mio profondo dubbio in cui ogni cosa mi diceva di cambiare rotta (e me lo dice tutt'ora).

Tuttavia per ora la rotta rimane invariata. L'oracolo stesso mi ha detto di non seguire questa strada ma se perfino dopo che esso me lo ha detto io continuo a volerla seguire, allora una ragione ci sarà. Probabilmente sarà una strada che mi devasterà o mi ucciderà ma l'ultima volta che ho scritto ero morto dentro ed oggi non sono molto più vivo. Non potrà essere così terribile e per ora ho visto solo aspetti positivi (quindi arriverà più potente ancora con il passare del tempo).

Prima di andare tutti a casa, l'unico che davvero considero "amico" nel senso stretto del termine, pur conoscendolo davvero poco, ha chiesto che io, lui ed altri 11 facessimo una foto di gruppo. Una particolare foto di gruppo.
Qualcuno ha richiesto un posto particolare nella foto, qualcun altro si è adeguato ai posti rimanenti. Il risultato è quantomeno apprezzabile ed a conti fatti non avremmo più cenato nel 2014...


Concludo con i buoni propositi per il 2015.

1) Curarmi. Da 7 anni ho una tosse che non mi abbandona. Con ieri ho iniziato a seguire un trattamento che dovrebbe riportare i miei polmoni di non fimatore a stare bene.
2) Mantenermi in forma, quindi continuare ad andare in palestra.
3) Risorgere, ovvero ritrovare la scintilla vitale che mi ha sostenuto per tanti anni, prima di scoprire quanto possa esser comodo esser spenti.

Direi che è tutto. Ora vedo di riprendermi dalle feste che ne sono uscito con 4kg  in meno. Devo assolutamente recuperare il peso perso.