sabato 24 gennaio 2015

Un breve viaggio sul carro di Morfeo...

Sono sul sentiero.
I nonni camminano dietro di me. Io avanzo in bicicletta. Da dietro li sento gridare. Cercano di avvertirmi di stare attento al burrone. Perché c'è un burrone. Arrivo sul ciglio, ho rallentato ma non abbastanza.
Non ho paura.
Non c'è sentiero ma non è pericoloso scendere di qua. Scendo. Scendo 10, forse 20 metri, senza farmi alcun male. Mi fermo, la bicicletta scompare nel nulla. Non so risalire. C'era anche mio zio. Provvidenziale direi: faceva arrampicata.
Scende con una corda per recuperarmi e riportarmi su. Sembra che la corda non fosse ben legata o non lo fosse affatto. Mia nonna non riesce a tenerla. Stiamo per cadere. Aggancio al volo la corda su qualcosa. Ci fermiamo. Siamo vivi.
Ridiamo.
Ridiamo di gusto, così forte che mi sveglio, ridendo e mi chiedo se i vicini mi sentano ridere. Ascolto. Non mi sento ridere. Non sto ridendo.
Non sono nemmeno a casa. Non ricordo dove fossi o con chi. Ricordo di aver parlato con delle donne. Non ricordo nulla se non che, ad un certo punto, mi è tornato in mente qualcosa che mi aveva detto mia madre molti anni fa, ovvero che in un sogno è difficilissimo riuscire a guardarsi le mani. Non mi era mai capitato di pensarci durante un sogno. Aspetta. Sapevo di essere in un sogno: nemmeno questo mi era mai capitato.
Guardo le mani. Faccio fatica, sono sfuocate. Ho l'impressione ci siano delle dita di troppo ma so che è solo per la difficoltà di messa a fuoco.
All'improvviso una fitta al braccio destro mi costringe ad interrompere il contatto visivo con le mani.
Fa male. Tanto male al punto che sto per svegliarmi ma non ci riesco davvero.
Riapro gli occhi a casa di uno sportivo famoso. Non so chi sia ma so che è uno sportivo famoso con i suoi figli, due maschi.
Non è contento di vedermi. Sembra seccato. Lo è.
Cerco di intavolare un discorso, se ne va.
Devo andarmene. Prendo la coperta a scacchi verde e bianca, mi ci avvolgo come fossi un profugo e cammino, me ne vado.
Arrivo a lavoro, sapendo di dover continuare a cercare di svegliarmi. Ci sono il Capo ed il mio collega F. Capo sta ridendo per una battuta di F. Strano, dal momento che le sue battute sono sempre penose e prive di significato. Forse ride per disperazione. Oltre al banco vedo che stanno dipingendo. Vado a cambiarmi. Stanno dipingendo le pareti di un colore scuro, come fosse grigio fumo.
La planimetria del magazzino è inesatta. Troppo piccolo, vuoto. Come se si passasse dal banco al bagno dietro, saltando a piè pari il magazzino. Non c'è lo spogliatoio.
Manca la luce, vedo pochissimo con il riflesso della luce che non c'è. Arrivo al bagno e cerco l'interrutore a tastoni.
Lo trovo, hanno dipinto sopra e devo fare poca forza per premerlo. La luce si accende ma non cambia molto.

Mi sveglio.

Dopo essermi reso conto di essere davvero sveglio, ho trascritto qualche breve appunto sul sogno appena fatto per poterlo trascrivere con calma. Guardo l'orologio per sicurezza e noto una cosa strana: da quando ho guardato l'orologo l'ultima volta erano passati forse 45 minuti. Forse meno.

La notte trascorre serena e tranquilla in seguito. Tutto sommato, come sogno è stato interessante e per nulla inquietante. Forse la fine lo era un po'.

Un bel sogno per il quale rendo omaggio a Morfeo.

Ps: chissà cos'è che mi manca nella parte di sogno cone le donne. Ricordo che era un discorso importante.

15 commenti:

  1. Se ricordassi in dettaglio tutti questi sogni cosi articolati sarei molto preoccupato. Invece mi articolo dal vivo, il che non cambia molto dal punto di vista della preoccupazione, però, in compenso, dormo una favola.

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    1. Forse il ricordare bene alcuni sogni mi esenta dal ricordare parti della vita materiale. Sarebbe già un regalo splendido, per alcune occasioni.

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  2. Un tempo mi appuntavo sempre i sogni al risveglio. Ai tempi del liceo, credo. A seguito di un sogno devastante in cui un capretto grigio mi diceva di uccidere mio padre. Io lo feci e piansi un sacco. E mi svegliai, nella realtà, col cuscino zuppo di lacrime.
    Da allora il tema del sogno e dell'incubo mi ha toccato talmente tanto da influenzare, per alcuni aspetti, la mia vita (gusti, scelte universitarie ecc.)

    Dovrei riprendere a farlo.

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    1. I sogni sono creature strane. Si insidiano dentro di noi e tirano fuori strane immagini di cui non sospettavamo l'esistenza.

      Le volte in cui sono riuscito a ricordare i sogni mi hanno sempre affascinato, per questo li trascrivo.

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  3. I sogni durano pochissimo, si sa.
    La parte che non ricordi è forse quella che non vuoi ricordare?

    Moz-

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    1. La parte che ricordo, era una parte mediamente importante. Ricordo che mi aveva lasciato un'impressione positiva, ma non riesco a ricordarla...

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  4. La parte che non sogniamo, è quella che non vogliamo ricordare, Moz.. ;)

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  5. I sogni in cui si sa di sognare perdono un pochino, secondo me. Tolgono un po' il gusto di vedere quello che succede poi.
    Di sogni inquietanti ne ho fatti parecchi, è strana la sensazione che ti lasciano dopo...
    Chissà che cosa ti stavi dicendo, inconsciamente con questo sogno particolare..

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    1. Non mi era mai capitato di rendermi conto razionalmente di essere in un sogno. Mai davvero. Alcune volte di pensare di trovarmi in un luogo che avevo già sognato, senza averlo mai sognato davvero, ma mai di essere quasi sveglio all'interno del sogno.

      In effetti questo è uno dei sogni più complessi da analizzare che mi sia capitato, sebbene tutti gli elementi siano apparsi in forma recente attorno a me nella vita materiale (o quasi)

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  6. I miei sogni sono altrettanto articolati.
    Sogno spesso il mare.
    Ed é sempre un mare in tempesta.

    La prossima volta che sogno ci farò caso a questa cosa delle mani...

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    1. I miei sogni sono articolati in genere ma raramente li ricordo, purtroppo...

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  7. Sai perchè non ricordo spesso le parti cruciali di un sogno?

    Perchè mi fisso a doverle ricordare, mi capita poi di non pensarci e a metà giornata qualcosa mi fa risalire il ricordo :)

    Io trovo il sognare uno splendido modo di viverci anche in certe ore.

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    1. Il non vedere ciò che ci prefissiamo di vedere ricorda un concetto bizzarro espresso da Douglas Adams in uno dei suoi libri, ma lui parlava di vedere cose con la coda dell'occhio che non ci sono più quando cerchiamo di emtterle a fuoco.

      La vita stessa è un enorme sogno. Può essere bello oppure può divenire un incubo dal quale non c'è risveglio, perché non stai dormendo.

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  8. Una volta tenevo un quaderno con tutti i sogni che facevo.
    Ma era troppo impegnativo. Figuriamoci se appena sveglia ho voglia di scrivere.
    Anche se, come cosa, sarebbe bella.

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    1. Bella ma pericolosa.
      Vogliamo davvero sapere cosa ci dice il nostro inconscio?

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