domenica 8 maggio 2016

Un autobus.

Me ne sono sempre reso conto.
Anche mentre vivevo quella situazione, mi rendevo conto perfettamente di quanto fosse assurda ed improbabile ma tant'è, non si può far molto contro le emozioni e certamente non sono favorevole a farlo, anche avendone il potere.

Io seguivo gli autobus.

Con lo sguardo, badate bene.

Non mi sarei messo a correre dietro ad un autobus, come un leopardo all'inseguimento di un rinoceronte (penso che come proporzioni siamo lì).
Mentre lavoravo, vedevo con la coda dell'occhio il bus fermarsi di fronte alla porta del locale e mi "aspettavo" che scendesse.
Non sta a me ora specificare chi, ovviamente, poiché non ha importanza saperlo.
Vi basti sapere che era qualcuno con tutte le ragioni per non aver intenzione di scendere dal bus e che mai è riapparsa attraverso quelle porte, come era solita fare in altri tempi.
Chissà perché, mi aspettavo che, di punto in bianco, decidesse di tornare a farmi visita, prendendo il solito bus e scendendo da quelle porte, come se niente fosse.
Mi aspettavo? No, speravo. Ecco la parola esatta.
Ragione mi chiedeva "E se lo facesse davvero? Come reagiresti?"
Bella domanda davvero. Non ho mai trovato risposta a tale domanda e non ho mai dovuto improvvisarne una, d'altro canto.
Così ho continuato a seguire ogni autobus che si fermasse di fronte a quella porta. Inutilmente.
Ed ora?
In settimana, mi sono accorto di una cosa strana.
Mi sono accorto di aver smesso.
Quando ho smesso?
Ci penso e torno indietro nel tempo, perché non me n'ero accorto davvero di aver smesso. La memoria si ferma a quella notte in cui l'ho sognata e c'era la pace nei suoi occhi, così distanti.

Che fosse un segnale atto a dirmi che era andata oltre queste "frivolezze" di gioventù? Che fosse un segnale che mi imponeva di superarle io?

Difficile dirlo ma è da quel momento che ho smesso e non me n'ero reso conto davvero fino ad un paio di giorni fa.
Probabilmente se le vedessi oggi la saluterei come se nulla fosse e le chiederei come abbia trascorso questi ultimi anni della sua vita.

Sarebbe davvero un problema se rispondesse con il sarcasmo di cui la ricordo ricoperta?
Direi proprio di no.

Un saluto, ovunque tu sia.

Ora gli autobus li guardo solo quando sono in mezzo al traffico. Non voglia il cielo che uno di quei bestioni mi travolga.

8 commenti:

  1. tutti hanno il loro autobus da seguire.

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  2. Io credo non si finisca mai di attendere un numero che squilli, un uozzap che giunga, un campanello che suoni, uno sguardo in mezzo alla folla che incroci proprio il tuo. No. Non credo si finisca mai.

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    1. Ovviamente no, ma quello che aspetto ora, ogni tanto squilla

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  3. Brutto vizio, lo abbiamo avuto un po' tutti, l'importante è dirlo al passato: lo abbiamo avuto...

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