giovedì 9 ottobre 2014

Una vita a colori: le tonalità che l'occhio umano non vede.

Qualche giorno fa ero ad una festa di compleanno a tema.
Il tema scelto era il circo.
Sorvoliamo sul fatto che, solo a posteriori ho capito di aver sbagliato il mio costume e che avrei potuto sfruttare meglio questa festa per dare di più.
Ogni cosa nella sala era addobbata come se ci trovassimo in una grande femiglia circense. Stuzzichini, la torta con i trapezisti (non disegnati: costruiti sopra) i cocktail personalizzati con nomi circensi, la zingare che ti legge le carte in un angolo, le bestie feroci nelle gabbie (gabbie di legno, bestie di pezza), vari clown e maghi che pasteggiavano e brindavano in allegria, un incantatore di serpenti (serpente sempre di pezza), l'uomo più forte del mondo, con un bilancere e dei pesi più grandi di me.
Tanta gente tutta allegra e tutta sparsa a chiaccheirare, a ballare, a guardare altri che si esibivano.

Poi, il silenzio.
Sulla scena, inizia il proprio spettacolo una figura solitaria in bianco e nero: un mimo.
Era uno dei partecipanti alla festa vestito da mimo, ovviamente, ma aveva preparato un paio di numeri per il pubblico giubilio.
Giocoliere, ginnasta, intrattenitore muto che sol oascolta il silenzio alternato agli applausi.
Dopo un paio di numeri allegri, lo vediamo su una sedia, fermo, in mezzo al palco. Guarda l'orologio che non porta al polso. Aspetta qualcuno, sfoglia una rivista, sospira, si alza dalla sedia e si esibisce in un paio di capriole e volteggi, torna a sedersi.
Ripete la sequenza un paio di volte come un innamorato che aspetta l'arrivo di colei che brama ma che non sembra arrivare mai, nonostante il desiderio di vederla cresca in ogni istante e lui lo esprima con volteggi e capriole di difficoltà sempre crescente.
Mette tristezza vedere quest'attesa non ripagata e prolungata.
Ad un certo punto si alza.
Si guarda intorno.
Inizia ad andarsene, rassegnato, gesticolando come se non ne valesse la pena, come se avesse sprecato il proprio tempo, stando lì per qualcuno che non verrà mai.
Arriva alla tenda che lo condurrà del tutto fuori scena, ponendo un termine allo spettacolo e si gira un'ultima volta, come ad assicurarsi che non sia apparsa, mentre se ne stava andando, poi se ne va e la festa riprende normalmente.

Mi ha lasciato un piccolo vuoto quella scena, una lieve ansia.
Perché l'ha solo aspettata?
Perché non è andato a cercarla?
Magari lei era su un'altra panchina ad aspettare lui.
Dopo aver atteso così a lungo, perché rinunciare?
Vladimir ed Estragone pure non hanno rinunciato, non vi pare? Loro erano rimasti ad attendere fino al calar del sole, per poi riprendere il giorno successivo.

Non so.
Io sono una persona che tende ad aspettare, certo, forse anche a bramare, ovviamente, ma nel fratempo vivo la mia vita, come se ciò che aspetto non dovessse arrivare mai. Si sa che le cose che vogliamo arrivano solo quando smettiamo di volerle intensamente (se non lottiamo per averle).

Credo si possa scegliere fra 2 opzioni:
1) Lotti per ciò che vuoi
2) Tieni il tuo desiderio in secondo piano, aspettando si realizzi autonomamente prima o poi.

Non ci si può dannare per qualcosa che non accade (anche perché non si sta facendo nulla per far sì che accada).

Mi chiedo come sia il mondo visto attraverso gli occhi di un mimo.
Mura che noi non riusciamo ad immaginare, corde appese a isole nel cielo su cui non siamo invitati, un intero universo di oggetti che la gamma di colori che il nostro occhio percepisce non riesce a rendere visibile. E se quello che vede esiste, lo vede davvero con gli occhi o con gli occhi della mente?
Forse riconosce il nostro mondo dall'altro attraverso i differenti colori. Chissà quali colori hanno le cose attraverso il suo sguardo, chissà se ha davvero colori o se sia tutto in bianco e nero e lui si tinga di quei colori per ricordare a tutti ed a se stesso che appartiene a quel mondo e non al nostro e che se lo vediamo è soltanto un nostro errore, un frutto della nostra immaginazione.

Chissà se un giorno potremo tutti scegliere di prendere una piccola imbarcazione, scender lungo la riva e prendere il largo nel mare dei nostri pensieri, senza più doverci preoccupare di quello che definiamo "mondo reale" ma che di reale ha soltanto la finzione che ogni persona porta sul viso, come una tetra maschera di convenienza.

24 commenti:

  1. Mi ha messo tristezza questa tua festa circense, e il mimo ancor di più, anche se magari non era la persona attesa che voleva sottolineare coi suoi volteggi, ma la l'attesa in se, cosi come noi che, a volte, non percepiamo i mille colori che secerne il tuo blog in bianco e nero.

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    1. Prendi bianco e nero ed otterrai tutti i colori e nessuno...

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  2. Magari non avrebbe saputo dove e come cercarla.
    L'aspettava e sperava.
    Perché è a questo che serve l'attesa: a crederci ancora.

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  3. Il mondo circense lo trovo a tratti inquietante e affascinante...

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  4. Credo che il mimo rappresenti, con la sua scenetta, tutta la gente che si è stancata di aspettare e di lottare. E' un disilluso, disilluso dalla vita, e accetta le cose belle quando gli capitano. Non si fa più film.
    In fondo ha ragione.

    Moz-

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    1. Forse ha ragione ma è triste lo stesso.
      Sarebbe bello potersi ancora illudere che chi abbia scritto la storia, abbia previsto anche queste scene così simili a quelle di un film...

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  5. Il mimo mi ha messo tristezza solo a leggerlo. Ha lasciato un vuoto dentro anche a me, e io l'ho visto solo attraverso le tue parole.
    Io faccio come fai tu comunque. Odio aspettare con le mani in mano e odio l'idea di rimanere delusa, quindi faccio altro nel frattempo.

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    1. L'attesa lascia quasi sempre spazio alla disillusione ed ogni disillusione lascia un vuoto che difficilmente si potrà colmare.

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  6. Pensieri random che mi ha suscitato il tuo post.
    Il circo non l'ho mai sopportato. Mi ha sempre reso triste. Da bambina quando mi ci trascinavano, contavo tutto il tempo che mancava alla fine dello spettacolo. Mi metteva ansia tutto: le bestie, i clown, i giocolieri, i domatori, persino il presentatore. Non ho mai capito come facessero a divertirsi i bambini. E poi notavo fuori le roulotte e i camper. Una vita sempre in giro, mai un focolare solido a cui tornare tutte le sere.
    Io sono per la lotta quando ne vale la pena. In passato ho fatto di frequente la Don Chisciotte. Ora cerco l'equilibrio. Ma quando lo ritengo sacrosanto, niente mi può fermare.
    Il mimo è un rassegnato. E a me i rassegnati non piacciono.
    Quanto costa mettere in piedi una festa così?
    Ciao.

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    1. Ho visto il circo vero dal vivo forse 3 volte ma credo mi abbia sempre annoiato. Non sono mai stato uno di quei bambini che sognavano di scappare con il magico mondo del circo.

      Il costo di una festa così? Non ne ho idea... Io ho solo partecipato. Suppongo sia una spesa da dividersi in cibo+bibite+sala+qualche decorazione. Per il resto, tutti i partecipanti erano semplici invitati con voglia di divertire e divertirsi.

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  7. Magari Nocchiero mio essere capaci di toglierci tutte queste" brilliant disguise" che ci affogano ne mare del non essere..
    Lottare , se ne abbiamo la forza, lottare sempre per ciò che si desidera veramente..e gli occhi del mimo vedono oltre, vedono altrove e cercano lontano, troppo lontano da noi..
    Bacio serale!

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    1. Forse gli occhi del mimo vedono cose a noi ignote ma gli sfuggono altre cose che per noi sono palesi

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  8. Il circo mi ha sempre messo tristezza,i mimi in modo particolare.
    Lottare o tenere il desiderio in secondo piano aspettando che si realizzi autonomamente? Non funziona nessuna delle due, io ho lottato tanto,anche sbagliando, essendo pesante ed eccessiva e così ho solo allontanato sempre più il mio desiderio. Poi ho deciso di aspettare e nel frattempo di fare altro con il risultato che il mio desiderio è sempre irrealizzabile e ho rischiato di ferire una persona a cui tengo.
    Il mimo non è andato a cercarla perchè forse sapeva che non sarebbe cambiato niente, forse voleva risparmiarsi l ennesima sofferenza, forse voleva conservare la speranza che magari un giorno lei lo avrebbe raggiunto.
    Credimi che ci si può dannare per qualcosa che non accade se si ha fatto tanto perchè accadesse ma le cose non sono cambiate ugualmente.
    Un giorno ho letto che se vuoi veramente che qualcosa accada devi desiderarlo con tutte le tue forze...beh posso dire che è una grandissima cavolata.
    Non sono mai stata brava a riordinare i pensieri e a scriverli e queste frasi un po' confuse e apparentemente sconnesse lo dimostrano, è solo che avrei così tante cose da scriverti quando commento i tuoi post che alla fine non riesco a dirti quasi niente.
    Spero di essere stata chiara nel mio delirio di questa sera, per fortuna mi conosci bene e credo tu abbia capito benissimo cosa volevo dirti.
    Buona serata bel nocchiero, ti abbraccio

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    1. Forse non funziona automaticamente il discorso "speralo intensamente ed accadrà" ma certamente se pensi che non accadrà, probabilmente non accadrà mai per davvero.

      Bisogna saper scegliere le battaglie da affrontare, non si possono vincere tutte. Ma se il mimo avesse saputo che lottare era inutile, non sarebbe dovuto rimanere lì nell'attesa e nella speranza: ha solo perso parte del tempo restante alla propria vita per qualcosa che non c'è.

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    2. Che non funzioni è un dato di fatto ma la speranza è l ultima a morire.
      Io non credo che il mimo stesse perdendo parte del tempo restante della sua vita, se credi veramente in qualcosa non può essere tempo sprecato.
      Forse il mimo semplicemente non riusciva ad andare avanti nonostante ci avesse provato tante volte e in tanti modi.

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    3. Già trovar un significato alla vita sembra la missione impossibile di qualsiasi filosofo, sprecare il proprio tempo per qualcuno che non si faccia vivo mentre lo aspetti la rende vana, perché trasforma lo scopo della vita nell'eterna attesa di ciò che non accadrà al di fuori dei sogni che l'alcool e le tisane riescono ancora ad offrire.

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  9. E' un post bellissimo.
    Sarei andata a parlargli io. Gli avrei chiesto se aspettava qualcuno e perchè lo/la stava aspettando. Mi sarebbe piaciuto tirargli fuori la sua storia.
    Questo, nella mia testa, avrei fatto.
    Perchè se fossi stata lì a quella festa, essendo timida, avrei fatto come te: osservazione in silenzio.

    E' un post talmente complesso che non so che altro dire.

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    1. è un mimo, quindi anche se lo avessi fatto, non credo avrebbe risposto davvero. Avrebbe gesticolato e danzato per esprimere ciò che sentiva nel cuore ma non avrebbe davvero aperto bocca per condividere i suoi pensieri...

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  10. Appena approdata qui, non ho potuto fare al meno di leggere. Hai davvero un bel modo di raccontare.
    Incita alla riflessione, a guardare dentro di se e anche fuori per cercare di capire.
    Delle due opzioni, la seconda, quella dell'attesa è la più difficile da seguire. E adatta a chi ha pazienza, a chi sa accettare.
    La prima, lottare, andare a cercare ciò che si desidera è , apparentemente, quella destinata a portare al compimento, ma non è sempre così, avrei tanto da raccontare su questo, come instancabile ricercatrice....
    La scena del mimo può essere una magistrale interpretazione della vita interiore, i moti dell'anima nell'attesa...
    Il mondo "reale" non esiste in realtà. Il mondo è plasmato dai nostri pensieri e delle nostre percezioni...
    Buona giornata di Sole :)

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    1. Il sole c'è, senza dubbio, ma per approdare in questi giorni avrai trovato non poco traffico.

      Mi piace la tua idea di mondo "reale": è astratto al punto giusto.
      Io non ho approvato l'attesa del mimo perché la sofferenza gliela si leggeva in faccia e soffrire per qualcosa che si aspetta non è mai bello.

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  11. Il mimo è un cane che si morde la coda...

    Tante, troppe persone aspettano qualcosa o qualcuno nel momento sbagliato... quando ciò che vogliono ormai non arriverà, senza andarselo a prendere.

    Io lo dico sempre, che siamo tutti fuori tempo...

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    1. E dire che basterebbe seguire il cuore, affidandosi ad esso, come fosse un metronomo...

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