venerdì 22 agosto 2014

E il tempo passa come un autobus che abbiamo dimenticato di prendere...

Trovo che sia normale vedere persone che entrano ed escono dalla propria vita.
Il più delle volte non ce ne accorgiamo o, comunque, non diamo peso alla persona che sia scomparsa, fino a quando qualcosa ce la riporta alla mente.
Stando fermi in uno stesso posto è più facile vedere questa continua rotazione.

Dal 2010 ad oggi son sempre rimasto sullo stesso posto di lavoro ed alcuni gionri fa ragionavo sulle persone che ho visto passare qui e dandarsene. C'è chi sia rimasto per anni, chi per mesi, chi solo per giorni.

Eppure, ogni persona, per quanto poco sia rimasta sotto il mio sguardo, per quanto probabilmente a primo acchito non ricordi neppure il suo nome, ogni persona ha lasciato un ricordo, nella mia memoria.

L'idea di base era di spendere un pensiero per tutti quegli ex colleghi e colleghe che sono passate in quella che per me è molto vicina all'essere una famiglia (passiamo tutte le feste insieme -.- ) e che, chi per una ragione, chi per un'altra, chi con mi orammarico, chi con mia somma gioia, se ne sono andati.

Poi però, ci sarebbe da fare un discorso per ognuno di loro e si andrebbe per le lunghe, dal momento che parliamo di un nutrito gruppo di persone. E che dire poi delle persone al di fuori della sfera lavorativa?
Ce ne sono molte che hanno condiviso con me un certo tratto di strada e che ora proseguono su percorsi alternativi, senza più incrociare i miei passi o il mio sguardo.

Oggi, dall'alto del viale, cercavo una panchina che non sono riuscito a trovare, come se la mia memoria fosse stata offuscata o confusa o come se quella panchina non fosse mai esistita...ricordo di aver trascorso un lasso di tempo difficilmente calcolabile a nascondere la mia anima fra le righe di un racconto, mentre altri frammenti erano fra le mani di chi esaminava il volume, trovando errori ed imperfezioni.
Faceva freddo, c'era vento, eppure ho continuato a mettere su carta le Nozze del grande maestro, fino al termine della piccola narrazione.
Chissà perché mi è tornato in mente quel pomeriggio...forse perché il clima è tutt'altro che estivo, forse perché oggi il vento soffiava nella stessa direzione..

..o forse chissà, forse ero soltanto nostalgico.

9 commenti:

  1. Non ho mai pensato ai miei colleghi come ad una famiglia. E' bello questo pensiero :)

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    1. O ci consideriamo così o compagni detenuti nella stessa prigionia. Stiamo più tempo assieme fra di noi che con i nostri cari (anche durante le feste comandate e spesso durante i compleanni).

      Credo sia un modo come un altro per non impazzire (ulteriormente)

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  2. Vivo la tua stessa sensazione di famiglia dove lavoro e anche qui c'è un gran viavai di persone che ti entrano nella vita e, vuoi perché nasce un legame, vuoi perché non muore il ricordo, ti si incollano addosso per sempre. Siamo esseri in divenire e ogni persona che ci passa attraverso lascia un pezzetto di sé che ci completa un po' di più.

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    1. Vederlo sul posto di lavoro, mi ha aiutato a vederlo di più anche al di fuori (ho anche degli stralci di una vita reale)

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    2. :-D Fino a due anni fa avevo ben pochi stralci di vita reale di cui parlare fuori di qua, ma ora non mi posso lamentare. Un bel momento mi son fermata e ho deciso di prendermi il mio tempo. Basta perderlo, ne abbiamo troppo poco.

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    3. Purtroppo non sempre siamo padroni del nostro tempo.
      Tante troppe volte ho speso il mio tempo, vagando senza meta fra queste stanza ed altre ancora, alla ricerca di ciò che potrebbe non esistere mai.

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  4. I ricordi le persone gli arrivederci gli addii le perdite..quanta troppa nostalgia mi viene alla mente..
    Spesso ricordo troppo , altre volte brancolo nel nulla e vorrei tanto dimenticare...
    Un abbraccio forte!

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