giovedì 18 luglio 2013

Ricordi...

Ti ricordi, fratellino, i giorni fra gli alberi sulla cima della nostra collina?
Da lì sovrastavamo tutte le case e parlavamo per ore del mondo, dell'animo umano e di come avremmo voluto trascorrere le nostre vite future.
Io ho insegnato a te il mondo e tu hai insegnato a me la vita.
Io sapevo cosa andava fatto e tu come farlo.
Io ero in grado di guardare tutto ciò che ci stava attorno, mentre tu riuscivi semplicemente a vederlo...

E sei stato sempre tu a dirmi che non avrei dovuto legarmi a niente ed a nessuno... e non ti è bastato spiegarmelo: mi hai mostrato cosa accade nel mondo, quando cerchi di farlo.. ed io non ti ho ascoltato, ovviamente.
Ho voluto far di testa mia, perché tanto, a me non sarebbe accaduto, credevo.
Mi sbagliavo, ma non devo certo dirlo a te: lo sai bene.

Sarei dovuto rimanere solo per tutta la durata della mia vita: questo sarebbe stato il modo migliore di trascorrerla: senza sofferenze e senza delusioni... senza obblighi o carichi, ad eccezione di quelli che noi stessi dobbiamo portare.

Ed ora, ormai, è come una droga di cui sentiamo la mancanza... Non riusciamo a farne a meno: abbiamo bisogno della gente e di quegli stessi legami che odiamo e ci soffocano...

Mi manchi fratellino mio... non avrei mai dovuto permetterti di partire...

2 commenti:

  1. se non fossimo nati per stare a contatto con gli altri e per amarci, chi ci ha creati non ci avrebbe dotati di parola e sentimenti.
    siamo fatti per amare, non chiunque e soprattutto non chi non se lo merita.
    diamo il nostro amore solo a chi è pronto ad accoglierlo e a ricambiarlo
    fosse anche una sola persona al mondo, una sola
    ma non precludiamoci la possibilità di provare emozioni forti, di legarci, di poterci fidare
    che senso ha la vita altrimenti?

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  2. Non ho mai sostenuto che la vita abbia un senso, in effetti... Credo sia solo un gioco, cui non abbiamo chiesto di partecipare...

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