sabato 10 luglio 2010

Considerazioni sulla dualità...

Ogni persona deve seguire un'unica strada... Ognuno deve seguire la popria...

Ciò non implica, però, che essa debba essere fisso e rigidamente legato all'asfalto che calpesta.



Oggi, stavo tornando a casa e mi guardavo attorno...
Da un lato della strada, torreggiano vari condominii, tra cui la mia dimora...
Sull'altro lato della strada, forse ancor più imponenti delle grige abitazioni, torreggiano gli alberi del bosco...

Città e Natura sono 2 parti integranti della mia vita quotidiana, così come chip e spiritualità sono 2 parti integranti della mia anima...

Strano a dirsi: proprio grazie a questa rivelazione, sento nuovamente vicina a me quella parte che credevo assopita... mi mancavi fratellino

2 commenti:

  1. Interessante questa tua riflessione sulla dualità è un tema che mi è a cuore, un pò come il mito di Castore e Polluce... Nati da uno stupro divino. Il doppio che tende alla ricongiunzione originaria, tensione mai esausta di riconciliazione. Noi che siamo dei dannati occidentali che tendiamo a dividere ideale e reale. Spirito e corpo. Platone fuck.

    Sarei lieta se passassi a dare una risposta alla domanda nel mio ultimo post.

    Molto obbligata,
    M.

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  2. Trovo profondamente accurata la scelta che hai fatto - invitabilmente una scelta non può che essere duplice, perchè doppia (o meglio multipla) è la nostra natura nella trama dello stile, e del tempo.

    Quindi convivono e si agitano due anime: quella classica apollinea, e la moderna dionisiaca, noi le percepiamo diacronicamente distanti, ma la loro genesi è ugualmente antica (e quindi sempre attuale).

    La trasposizione di certi miti è un'operazione molto potente che amo, allo stesso modo temi letterari fondanti della nostra cultura, hanno il pregio di essere una risorsa inesauribile di suggestioni. L'amico Caronte di Virgiliana memoria è dunque quanto mai valente nel suo riproporsi nel virtuale spazio.
    Gustave Doré ne illustra mirabilmente le fattezze, (egli già aveva illustrato un altro vecchio capitano/marinaio nel superbo poemetto di Coleridge) ma gli occhi della mente vagano oltre, verso forme mai inesauste di riconoscimento.

    In qualche modo il capitano da te immaginato mi ricorda Corto Maltese, non so perchè...

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