domenica 1 febbraio 2015

Capitolo chiuso.

Quando leggo un libro che mi prenda particolarmente, tendo a perdermi fra le pagine e fra i pensieri del personaggio che maggiormente mi rispecchi.
Nel mese di gennaio mi ha tenuto compagnia "Il più grande artista del mondo dopo Adolf Hitler", di Massimiliano Parente.
Il titolo è già un programma che promette male, la copertina era peggio ma è stata proprio quella ad attrarmi, dalla vetrina di una libreria a Roma (via Vittorio Veneto? Potrebbe essere, ma non ricordo con precisione).


Ho cercato con discrezione fra gli scaffali, non trovandone un'altra copia e mi sono costretto a chiedere ad un commesso.
Unica copia in libreria: quella esposta.
Do un occhio alla trama, non mi dice nulla.
Autore italiano.
18€ di libro per un libro di cui non so nulla, se non che non mi dice nulla ed il fatto che l'autore sia italiano mi blocca per una mia sfiducia immotivata sugli autori italiani di qualsiasi cosa.

Poste le premesse, lo prendo, perché sì. Spinto da un consiglio non detto.

Passano x mesi, come spesso accade ai libri che compero. Ad inizio gennaio, decido di iniziare a leggerlo, se pur molto poco convinto di volerlo fare.

Primo capitolo, piango lacrime dal ridere.
Continuo a leggerlo e vedo un miliardo di piccole cose che mi affascinano e fanno sì che questo libro scali tutte le mie classifiche mentali, fino ada rrivare fra i miei libri preferiti (se non il preferito, ma non esageriamo).

Di cosa parla?
Bella domanda.
Parla d'arte. Arte moderna, per lo più.
Il libro prende un ipotetico artista (il più grande artista del mondo, secondo i media, il secondo dopo Hitler, secondo se stesso) e lo pone protagonista della storia. Narrazione in prima persona.
Vediamo cosa potrebbe pensare un artista del mondo e di se stesso?
Esplicita un immenso disprezzo del mondo civile, dell'arte, della critica, di tutto.
Un artista diventato artista famoso solo per caso, dopo aver cercato di diventarlo seguendo vie convenzionali, fa una cosa a caso (che non descriverò nei dettagli) e viene definito Artista. Lì capisce che l'arte è un po' un'etichetta.
Da quando è Artista, può fare QUALSIASI cosa. Perché? Perché è un Artista, ovvio. Quindi fa ciò che un vero Artista fa meglio: esagera.
L'eccesso diventa il suo mondo.
E cosa fa il mondo? Lo segue, ne parla (bene o male, l'importante è che se ne parli). Ha successo. Continuo successo, perché è il più grande Artista del mondo.

Ora.

Si può prendere questo libro come una raccolta di scenette divertenti di un ipotetico artista pazzo in una società folle quanto lui per seguire i suoi deliri e giudicarli "arte" o notare che è esattamente così che funziona (con la sola possibile differenza che qui si va DAVVERO agli eccessi).

Un libro che fa riflettere e ridere al tempo stesso in misura quasi eguale.

Perché dovrei rispecchiarmi nel protagonista, ora mi chiedo.

Perché in tutto questo, lui resta se stesso. Fa ciò che sente di fare, senza paura delle conseguenze, perché lui fa solo ciò che è. Non ha secondi fini, non premedita piani, non è un fottuto genio del male. E' solo se stesso. Voleva diventare un artista non c'è riuscito quando ci ha provato, ci è riuscito quando ha seguito l'ispirazione del momento. Dopo esserlo diventato non è cambiato nulla di sé, se non il fatto che, a differenza di noi comuni mortali, se lui fa qualcosa di "eticamente o moralmente sbagliato" è solo "arte" perché tutto ciò che lui fa è arte.

Un capolavoro.

Ora è finito (finito l'ultimo giorno di gennaio) ed è un po' finito anche un capitolo della mia vita, ovvero quello in cui il più grande artista del mondo dopo Adolf Hitler mi ha accompagnato, facendomi riflettere e sorridere su questa nostra società cieca e malata.

16 commenti:

  1. Che libro curioso.
    La parte sull'artista che fa ciò che vuole in quanto artista mi ricorda un pò quello che succede con tutte le persone che diventano famose.

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    1. Sostanzialmente la stessa cosa. La sola possibilie differenza è che lui "sa" che sono cose "estreme" e socialmente non del tutto accettate (eufemismo) ma sa anche che il suo status di "Artista" gli permette di farlo e lo dice chiaramente.

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  2. Bhe incuriosisce... e incuriosita.

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    1. Incuriosiva anche me.
      Ho accontentato la mia curiosità.
      Non me ne sono pentito.

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  3. Bello, però! L'argomento è ironico e intelligente, nonché purtroppo vero!

    Moz-

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    1. Assolutamente vero per entrambe le cose (la terza è tristemente scontata).

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  4. Ho visto questo libro parecchie volte.
    L'ho preso tra le mani, ne ho letto qualche frase e poi l'ho rimesso a posto.
    Non credo faccia per me.

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    1. Non è un libro semplice da "accettare" dal punto dei vista delle tematiche trattate e per le frasi usate. Bisogna leggere fra una parola e l'altra per trovare tutto quello che l'autore ci dice con le frasi che usa.

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  5. Definirei questo libro con un aggettivo Toscano: "ganzo!"
    Mi incuriosisce parecchio, lo trovo diverso dai soliti schemi, non commerciale come altri, sconosciuto ( o quasi), con un titolo sicuramente non molto convincente.
    Credo che comportandosi in maniera istintiva, realizzando la sua ispirazione del momento sia l' unico che ha la "fortuna" di dimostrarsi così com'è, senza una maschera con cui nascondersi, per non essere giudicato, per non dover uniformarsi alla massa... Dato che la massa lo segue proprio perchè è l'Artista.
    Grazie di questa illustrazione su un libro che non conoscevo!

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    1. Ogni libreria è un piccolo mondo pieno di perle che nessuno conosce e che nessuno scoprirà, se non per caso.
      Tutti usano delle maschere per evitare il giudizio degli altri. Poi ci sono io che per lo più me ne frego e resto me stesso nel 90% degli ambiti, subendone le conseguenze, sempre ma a testa alta.

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  6. Io, invece, in questo periodo continuo ad acquistare libri che mi incuriosiscono ma che non inizio mai. Sarà una nuova deformazione da aggiungere altre altre in mio possesso? L'incipit della fine? Mah.
    Comunque un libro, quando entra e trova il nostro consenso, è sempre un buonissimo compagno/amico.

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    1. Io lo chiamo "Shopping compulsivo da libri".
      Compero una media di 3 libri al mese per riuscire a leggerne 1. Ovviamente sulle brevi distanze non è un problema ma dopo un paio d'anni che vado avanti così si sta verificando quello che chiunque chiamerebbe "accumulo".

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    2. Ah!Che sollievo non essere l'unica!
      In effetti, nel tempo, si creano inquietanti montagnole cartacee...simili a trincee.

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    3. Fortuna vuole che, quando ho arredato la casa, ho previsto il problema ed ho ancora dello spazio nelle librerie, per ora.

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  7. solo il titolo mi ha fatto venir voglia di comprarlo. Mi farà lo stesso effetto?

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    1. Certamente no. Lo leggerai aspettandoti di trovare quanto ti ho descritto. Invece ci troverai parte di ciò che io ho descritto ed altre cose che io non ho colto o non ho raccontato.

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